Ucraina, nuovo scambio di prigionieri con la Russia

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La Russia e l’Ucraina si sono scambiate 206 prigionieri di guerra tra cui i soldati russi catturati dall’esercito ucraino durante il raid al confine nella regione di Kursk. Il ministero della Difesa russo ha dichiarato in un comunicato che ciascuna delle due parti ha scambiato 103 soldati con la mediazione degli Emirati Arabi Uniti.
“La nostra gente è tornata finalmente a casa”, scrive su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Siamo riusciti a riportare indietro con successo in Ucraina altri 103 soldati dalla prigionia russa”. Si tratta, spiega, di “82 soldati semplici e sergenti, 21 ufficiali”. Erano “difensori delle regioni di Kiev e Donetsk, Mariupol e Azovstal, Luhansk, Zaporizhzhia e Kharkiv. Guerrieri delle Forze armate dell’Ucraina, della Guardia nazionale dell’Ucraina, guardie di frontiera e ufficiali di polizia. Ringrazio il nostro team responsabile dello scambio per aver portato queste buone notizie all’Ucraina”.Intanto la Russia ha lanciato più di 70 droni Shahed sull’Ucraina la notte scorsa, la maggior parte dei quali è stata abbattuta. “I sistemi di difesa aerea sono entrati in funzione a Kiev, Cherkasy, Zhytomyr, Vinnytsia, Odessa, Sumy, Dnipropetrovsk, Poltava, Kherson, Kharkiv e Donetsk, aggiunge. Abbiamo bisogno di maggiori capacità per rafforzare il nostro scudo aereo, la nostra difesa aerea e le capacità di lungo raggio in modo da continuare a proteggere il nostro popolo. Stiamo lavorando su questo con tutti i partner dell’Ucraina”, ha scritto Zelensky.E arriva anche il mea culpa della Nato con le parole del segretario generale, Jens Stoltenberg, in un’intervista al magazine tedesco Fas. “La Nato, dice, avrebbe potuto agire in maniera differente per evitare il conflitto innescato dall’invasione della Russia ordinata da Vladimir Putin a febbraio del 2022. Adesso forniamo materiale bellico per una guerra. Allora avremmo potuto fornire materiale bellico per evitare una guerra”, dice Stoltenberg evidenziando che i paesi membri dell’Alleanza si sono mossi in ritardo e non hanno adottato soluzioni che avrebbero potuto scoraggiare il conflitto.

Le parole di Stoltenberg arrivano mentre Stati Uniti e Regno Unito valutano l’ipotesi di consentire a Kiev l’utilizzo di missili contro obiettivi militari nel territorio russo. Se appare improbabile un via libera in tempi brevi per i missili Atacms americani, è più concreta la possibilità dell’ok a utilizzare i missili Storm Shadow che Londra fornisce a Kiev. Il tema è stato discusso alla Casa Bianca nell’incontro tra il presidente americano Joe Biden e il premier britannico Keir Starmer.

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