Conte e la Fase 2: riaprire gradualmente è un ‘rischio calcolato’
Di una cosa è certo il premier Giuseppe Conte: “Non siamo nelle condizioni di allentare”, dobbiamo rafforzare i Covid-Hospital perché ha detto ieri da Cremona: “dobbiamo essere preparati ad un eventuale sovraccarico delle strutture ospedaliere. La fase 2 di questa emergenza, significa anche rafforzare i sistemi di tracciamento, con la famosa App, significa anche rafforzare e potenziare i test, da diffondere quanto più possibile”.Da Piacenza Conte ribadisce: la Fase 2 “non è la fase della liberazione dal virus. Richiederà a ancora tempo l’uscita dall’emergenza, per cui abbiamo la responsabilità e la consapevolezza di dover procedere sapendo di dover affrontare un ‘rischio calcolato’ e per questo dobbiamo procedere con gradualità. Dal 4 maggio (con la riapertura di molte attività) ci saranno flussi e movimenti maggiori, ma abbiamo un piano nazionale che ci consentirà di tenerli sotto controllo”.
I nuovi dati parlano di un rallentamento dei nuovi casi, ma anche dell’ennesimo aumento delle vittime. Nelle ultime 24 ore sono 2.091 i nuovi casi di positività registrati su territorio nazionale, che portano a 201.505 il numero complessivo, con un -608 giornaliero. Sale invece a 27.359 il numero delle vittime, con un incremento di 382 decessi: ieri erano stati 333.
Intanto però, arriva l’allarme dalle aziende di trasporto pubblico in una lettera indirizzata al ministro Paola De Micheli: “I mezzi di trasporto pubblico non sono in grado di soddisfare i requisiti di distanziamento sociale richiesti dal governo”, si legge nella missiva firmata dai presidenti di Agens e Asstta. “Il distanziamento ipotizzato di 1 metro – si evidenzia inoltre- limita la capacità del sistema dei trasporti di persone al 25-30% del numero di passeggeri trasportati in condizioni di normalità”.
Toccherà dunque alla task force guidata da Vittorio Colao elaborare le raccomandazioni per cercare di fronteggiare la situazione. “Un’apertura ad ondate permette di testare il sistema, ma andranno sempre monitorati andamento dell’epidemia, tenuta del sistema ospedaliero, disponibilità dei dispositivi protettivi”, ha sottolineato Colao, intervistato dal Corriere della Sera, in vista dell’appuntamento chiave del 4 maggio secondo il quale l’ economia ripartirà, ma bisogna aiutare le imprese sul fronte liquidità, ammodernare le strutture produttive e distributive, e meno gravami amministrativi o complicazioni, e il momento per farlo è adesso.
“Servirà – spiega Colao – un intervento dello Stato, la Cassa Depositi e Prestiti può essere lo strumento giusto, ma il rischio recessione globale c’è, aggiunge, dipenderà dalla scoperta di una terapia e di un vaccino e dalla governance mondiale: serve un coordinamento internazionale. Quanto all’app di tracciamento, è importante lanciarla entro fine maggio e averla quanti più possibile, altrimenti servirà a poco. La crisi? E’ l’occasione per rilanciare tutto il sistema Italia”.
Nel frattempo arriva l’ennesima batosta per l’economia italiana dopo che l’agenzia Fitch ha tagliato il rating dell’Italia a BBB- con outlook stabile. “Il downgrade riflette il significativo impatto del coronavirus sull’economia italiana e sulla posizione di bilancio”, scrive l’agenzia di rating in una nota prevedendo una contrazione del Pil dell’8% nel 2020, con il debito pubblico al 156%. Secondo Fitch, gli acquisti della Bce faciliteranno la risposta dell’Italia alla pandemia e allenteranno i rischi di rifinanziamento.
“I fondamentali sono solidi – controbatte il ministro dell’economia Roberto Gualtieri – e “altre agenzie hanno fatto scelte più prudenti”. Il ministro conferma che il governo assicurerà sostegni ai redditi “finché ce ne sarà bisogno”.
Sulle mascherine arrivano invece i primi intoppi. Il gruppo Crai ha infatti annunciato che, “si vede costretto a ritirare dalla vendita, dai negozi del Gruppo, le mascherine chirurgiche” a causa del prezzo imposto massimo di 50 centesimi. “Siamo nell’impossibilità -si afferma – di vendere le mascherine ad un prezzo inferiore al loro costo di acquisto. Confidiamo che il governo voglia risolvere al più presto tale situazione in modo da consentirci di riprendere la vendita delle mascherine in questione”.