Trump accusa la Cina di aver diffuso il Covid-19 e di preferire il suo avversario Joe Biden
Non si arresta la polemica tra Usa e Cina, sulla responsabilità della diffusione del virus Covid-19. Parlando alla Casa Bianca con la stampa, il presidente americano Donald Trump ha detto di essere quasi sicuro, che l’origine del coronavirus sia legata ad un laboratorio di Wuhan, senza fornire ulteriori dettagli su questa ipotesi.
“Ci sono molte cose che posso fare, stiamo esaminando cos’è successo”, ha avvertito in un’intervista alla Reuters poco prima che il Washington Post rivelasse che la Casa Bianca ha già iniziato ad esplorare alcune proposte per punire o chiedere indennizzi finanziari al Dragone per la gestione della crisi.
Oggi il bilancio dei morti provocati dal coronavirus, ha raggiunto quota 63.019, secondo quanto emerge dal conteggio aggiornato della Johns Hopkins University. Registrati nella giornata di ieri 2.053 decessi, un livello sopra la soglia di 2.000 per il terzo giorno consecutivo.
Nei giorni scorsi, Trump ha ordinato alle agenzie di intelligence di cercare prove che, leghino l’origine del Covid-19 al laboratorio di virologia cinese. Tuttavia al momento, gli 007 Usa “concordano con il largo consenso scientifico che il virus non è stato prodotto dall’uomo o geneticamente modificato”, ha fatto sapere la National intelligence (Dni), che coordina tutte le agenzie del settore. Ma allo stesso tempo assicura che “continuerà a esaminare rigorosamente le informazioni che emergeranno per determinare se la diffusione è cominciata tramite contatto con animali infetti o se è il risultato di un incidente di laboratorio”.
Trump sembra inoltre convinto che Pechino ‘preferisca’ il suo avversario politico Joe Biden e che “farà qualunque cosa per farmi perdere la rielezione”.
La Cina ha subito reagito a queste illazioni: le elezioni Usa sono “un affare interno”, ha ricordato il portavoce del ministero degli Esteri Geng Shuang, auspicando che i politici americani “non trascinino” nella contesa anche Pechino. “Quanto a punizioni e responsabilità, questa retorica non ha alcuna base legale e non c’è alcun precedente internazionale. Minare ora gli sforzi degli altri finirà col danneggiare i propri”, ha aggiunto.
Intanto anche l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) fa pressing sul governo di Pechino e si augura di essere “invitata” a partecipare all’inchiesta delle autorità cinesi sull’origine del coronavirus. Lo ha reso noto la stessa Oms. “L’Oms desidererebbe lavorare con i partner internazionali e, su invito del governo cinese, vorrebbe partecipare all’indagine sull’origine animale” del virus, ha detto il portavoce dell’organizzazione, Tarik Jasarevic.
Nel frattempo cresce l’insofferenza dei vari Stati americani per il lockdown: a Lansing, capitale del Michigan, una decine di persone sono entrate armate nell’atrio del “Campidoglio” locale, chiedendo di revocare le restrizioni per arginare la pandemia. È quello che hanno chiesto Alcuni parlamentari hanno indossato i giubbotti anti-proiettile, per paura che la protesta finisse in uno scontro armato. Ad organizzare la protesta il ‘Michigan United for Liberty’. “Non accettiamo o acconsentiamo a limitare o sospendere i nostri diritti inalienabili per nessun motivo, inclusa la pandemia di Covid-19”, si legge sulla pagina Facebook del gruppo. Una protesta che arriva dopo la sentenza del tribunale secondo la quale, le restrizioni decise dalla governatrice Gretchen Whitmer non avevano leso i diritti costituzionali.