Riapertura sperimentale servizi 0-6 anni: sui vaccini previsti i 5Stelle attaccano la Lega

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“In merito alla notizia del ‘Protocollo Unico per i Servizi relativo alla fascia 0-6 anni’ proposto dalla Giunta regionale e annunciato dagli assessori alla sanità Manuela Lanzarin e all’istruzione Elena Donazzan, voglio sottolineare una discrepanza politica rispetto a quella che è sempre stata una bandiera storica della Lega e osannata anche dal presidente Zaia in diversi interventi, ovvero l’aggiunta di due nuove vaccinazioni per i bambini fino ai 6 anni d’età nel caso volessero partecipare ad attività ludico ricreative”.

Lo afferma il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Manuel Brusco in una nota. Presentato la scorsa settimana, il piano sperimentale della Regione Veneto per riaprire le scuole dell’infanzia dopo l’epidemia da Covid-19 prevede servizi ludico-ricreativi con gruppetti piccoli di bambini e prevede, fra le altre cose, che per chi frequenterà tali servizi
vi sia il puntuale rispetto del calendario vaccinale regionale e, in vista della prossima stagione autunno-inverno, viene prevista anche la profilassi antinfluenzale e anti-
pneumococcica.

“Non entro nel merito del campo medico – precisa Brusco – ma è evidente come, con questo protocollo, la libertà di scelta in campo vaccinale venga meno. Infatti, vi è contenuto un inasprimento delle condizioni per la fascia d’età 0-6 anni per poter accedere ai servizi dell’infanzia come ad esempio i centri estivi o i grest parrocchiali. Dalle parole profuse dai due assessori tramite il comunicato stampa il 6 maggio si evince che, per partecipare a tali attività, siano posti dei paletti maggiori rispetto a quanto già enunciato dalla tanto ‘odiata’ legge Lorenzin, che dal 2017 ha introdotto l’obbligo di dieci vaccinazioni per l’accesso scolastico. Di fatto il nuovo protocollo veneto aggiunge due nuove vaccinazioni, quella antinfluenzale e quella contro il pneumococco, portando a 12 il numero delle vaccinazioni obbligatorie, oltre a rendere obbligatorio la puntualità del cosiddetto ‘calendario vaccinale’, rigidità non citata nella legge Lorenzin”.

“Con questo provvedimento – conclude Brusco – viene meno quanto promesso in merito di libertà di scelta dalla Lega, partito dalle tante contraddizioni anche qui in Veneto. Zaia dica chiaramente se è pro o contro l’obbligo vaccinale e se intenda accogliere la richiesta dei tanti genitori, come indicato in una lettera inviata da numerosi comitati veneti per la libera scelta vaccinale, ai consiglieri e agli assessori regionali veneti”.