Gli ibis eremita ora migrano da soli: per sei anni hanno fatto tappa all’aeroporto di Thiene
Quattrocento anni dopo l’eradicazione dell’ultima colonia dell’Ibis eremita settentrionale nei pressi di Überlingen sul Lago di Costanza, il maschio Zoppo è tornato ad atterrare qui lo scorso 7 maggio. Pochi giorni dopo, il 10, è stato seguito da un esemplare femmina non ancora adulta, di nome Bonsi.
Il loro arrivo sul lago tedesco è molto importante ed è un ulteriore traguardo nel reinserimento in natura di una specie gravemente minacciata di estinzione sul nostro pianeta: lo scorso 6 maggio, infatti, il maschio Phebe era stato il primo esemplare a ritornare autonomamente a Rosegg, in Carinzia (Austria), dopo aver svernato nell’Oasi Wwf di Orbetello, in Toscana. Phebe è insomma il fondatore della quarta colonia riproduttiva che si è sviluppata all’interno del progetto europeo di reintroduzione e reinserimento in natura Waldrapp: l’intera popolazione comprende attualmente circa 130 ibis.
Ogni anno i nuovi nati vengiono portati a svernare a Orbetello e transitana a fine agosto sui cieli del Vicentino: i pulcini, nati allo zoo, dopo essere stati addestrati dagli esperti a seguire in volo un paralano, lo seguono fino all’Oasi Wwf in Toscana. Il loro transito nella Valle dell’Astico è sempre stato molto atteso, così come l’atterraggio all’aeroporto di Thiene, dove l’elegante stormo dopo aver riposato un paio di giorni ripartiva verso Sud, seguiti dallo sguardo incantato di grandi e piccoli.
Lo scorso 29 marzo, Zoppo (tutti gli esemplari hanno un nome e sono monitorati a distanza) era partito dal sito di svernamento nella Laguna di Orbetello, aveva attraversato le Alpi ed era rimasto ai piedi delle montagne svizzere prima di volare su Überlingen il 7 maggio. Quello stesso giorno, due femmine sono decollate dalla Toscana e hanno volato per più di 800 chilometri fino al Lago di Costanza, in soli tre giorni. Una delle due, Bonsi, ha raggiunto, come detto, la cittadina tedesca in riva al lago il 10 maggio e lì ha incontrato Zoppo. La seconda è invece ancora nella sponda meridionale del lago. Altri 12 ibis eremita di questa colonia sono, invece, ancora in viaggio lungo il corridoio di migrazione dalla Toscana alla Germania.
La specie è a forte rischio di estinzione e l’obiettivo del progetto, attraverso sei migrazioni, mirava entro il 2019 alla creazione nella Germania meridionale ed in Austria di tre colonie che avessero in comune la rotta migratoria verso l’area di svernamento in Centro Italia. Gli uccelli sono tutti dotati di trasmettitori Gps, quindi il loro volo viene costantemente monitorato. Anne-Gabriela Schmalstieg, una delle etologhe che si occupa degli ibis, attendeva Zoppo e Bonsi nell’area di riproduzione: è lei una delle due madri adottive che li ha allevati. “Mi hanno riconosciuta immediatamente, anche se sono passati anni da quando li ho cresciuti. È stata una grande emozione e un’ottima esperienza” ha raccontato.
Sulle rive del Lago di Costanza è stata costruita una struttura riproduttiva artificiale e lì gli uccelli dovrebbero iniziare a figliare. Poi verranno spostati, insieme ai pulcini, nelle rocce naturali del Lago di Costanza. “E’ una procedura – spiega Johannes Fritz, direttore generale del progetto Waldrapp – già sviluppata con successo. Sfortunatamente, però, la struttura riproduttiva di Überlingen non è stata completata in tempo a causa della pandemia di Covid-19. Soprattutto, manca la voliera, che è cruciale per racchiudere temporaneamente gli uccelli in arrivo. Hanno bisogno di abituarsi al posto, che è per loro sconosciuto. Pertanto, probabilmente non ci sarà nessun allevamento qui nel 2020: è prevedibile però che il primo figlio di questa colonia ci sarà il prossimo anno”.
Un altro momento saliente degli ultimi giorni è stato il ritorno indipendente del primo ibis eremita a Rosegg in Carinzia. L’arrivo del maschio Phebe è stato esaltante per Emanuel Lichtenstein, il proprietario dello zoo locale, e per il curatore di questa colonia, Lynne Hafner. La storia di Phebe è incredibile: originario di questa colonia riproduttiva, non aveva ancora esperienza migratoria. Poi, nell’autunno 2018, è volato verso Sud all’interno di un gruppo di 11 giovani ibis. Successivamente, però, era scomparso vicino a Roma (una volta arrivati a Orbetello gli uccelli non sono più seguiti col Gps) e di lui non si erano avute più notizie. All’inizio di dicembre, Phebe e un altro ibis era stati però rintracciati in Abruzzo: catturati, erano stati quindi riportati fra le colonie di uccelli migranti a Orbetello. Gli esperti hanno così pensato di integrare gradualmente la colonia di Rosegger nella popolazione selvaggia presente nell’Oasi, creando la prima colonia di riproduttori migratori a sud delle Alpi come parte del progetto di reintroduzione. E ora l’arrivo di Phebe a Rosegg conferma che l’obiettivo è stato raggiunto.
“La stagione 2020 finora non avrebbe potuto avere più successo. Gli uccelli sono tornati in due nuove aree di riproduzione. E nelle nostre due colonie di allevatori già istituite a Burghausen in Baviera e a Kuchl, vicino a Salisburgo, dieci coppie sono già arrivate dalla zona di svernamento” spiega il capo spedizione Fritz. La reintroduzione dell’Ibis calvo settentrionale è uno dei progetti di conservazione europei di maggior successo. Nonostante i buoni esiti dell’iniziativa, però, questa popolazione migratoria non è ancora abbastanza grande da poter sopravvivere in modo indipendente. Le uscite in natura devono quindi continuare nei prossimi anni, per rendere l’ibis eremita un elemento permanente della fauna selvatica europea.