La “macchina dei tamponi” si guasta. Frenata nella consegna dei referti in Veneto
I tamponi continuano a venire effettuati in larga scala in tutto il Veneto ma gli esiti tanto attesi dai singoli individui tardano ad arrivare. Brusca frenata dei referti nei laboratori che processano e certificano la presenza o meno del virus Covid-19 nelle vie respiratorie dei casi sospetti. A determinarlo, come spiega una nota dell’Ulss Pedemontana riprendendo l’anticipazione del Governatore del Veneto Luca Zaia, una molteplicità di fattori.
Il peso specifico più consistente spetta al guasto della principale apparecchiatura di analisi in dotazione all’ospedale di Padova, unitamente alla carenza di reagenti e, non ultimo, gli screening a tappeto su determinate categorie di lavoratori decisi nelle ultime settimane. I macchinari sono stati in funzione per 24 ore su 24 ore di recente, producendo dai 4 ai 5 mila responsi diagnostici al giorni, fino alla rottura. I referti “ritardatari” giungeranno comunque ai destinatari in tempi ridotti, nei prossimi giorni.
“I guasti tecnici dovrebbero essere risolti entro giovedì – spiega Luciano Fior, direttore generale dell’Ulss patavina -, è previsto l’arrivo entro la prossima settimana è previsto di due macchine nuove, ordinate a marzo e attese da fine aprile, che consentiranno di mettere a regime il sistema, portando a 8 mila al giorno il numero di tamponi processati”.
Complessivamente nelle Ulss territoriali della regione i campionamenti raccolti e analizzati quotidianamente sono passati in pochi giorni da un ventaglio medio giornaliero di 8 mila a 11 mila, raggiungendo apici di lavoro con punte addirittura di 13 mila. Per quanto riguarda i distretti Altovicentino e Bassano parte dei tamponi dai primi di aprile vengono gestiti in autonomia, parte inviati proprio all’azienda ospedaliera di Padova, dove nel primo mese e mezzo di epidemia venivano inviati nella totalità.