L’accoltellamento è stato auto-inferto: donna denunciata per simulazione di reato
Nel giro di 24 ore, quella che poteva sembrare una violenza vigliacca, alle spalle, messa a segno da uno straniero, si è evoluta nella denuncia in stato di libertà della presunta vittima per simulazione di reato e procurato allarme.
Il deferimento all’autorità giudiziaria è scattato per la donna di Tezze sul Brenta di 59 anni, le cui iniziali sono A.P., trovata in strada martedì 19 maggio ferita con un’arma da taglio intorno alle 15.30 in via Jonoch, una zona periferica di Stroppari di Tezze sul Brenta.
L’allarme era scattato quando al numero di emergenza 112 era giunta una telefonata che segnalava una donna accoltellata riversa in strada. Sul posto erano accorsi, insieme a un’ambulanza, i carabinieri della sezione operativa della stazione di Rosà e quelli della sezione radiomobile di Bassano del Grappa. La vittima stessa aveva raccontato ai militari di essere stata sorpresa di spalle da un uomo di colore che l’aveva colpita con un fendente al fianco sinistro. La donna non era stata però in grado di descriverlo: aveva riferito d aver intravisto il colore della pelle solo da uno strappo presente nel guanto monouso indossato dall’aggressore.
Mentre la 59enne, veniva portata all’ospedale San Bassiano in gravi condizioni e ricoverata nel reparto di terapia intensiva, gli inquirenti avevano deciso di far partire l’indagine dal luogo indicato come quello dell’aggressione, mentre altre pattuglie dell’Arma avevano iniziato a cinturare la zona. Le risultanze del sopralluogo però, aveva iniziato a stridere con le dichiarazioni fornite a caldo dalla vittima: per quanto riferito e per la ferita riportata, era impossibile infatti che la donna non avesse visto il suo aggressore.
I militari hanno così iniziato a cercare elementi utili alle indagini e in un campo vicino al luogo dell’aggressione, alle spalle del luogo in cui era stata trovata la presunta vittima e delimitato da una recinzione, hanno rinvenuto un coltello da cucina sporco di sangue, dei guanti monouso e la custodia dell’arma da taglio. Custodia nuova, che ai militari ha fatto pensare subito a un acquisto recentissimo.
Grazie alla foto del coltello, poco dopo un’altra pattuglia è riuscita ad individuare la ferramenta dove era avvenuto l’acquisto, poco lontano, e dalla visione delle immagini della videosorveglianza interna i carabinieri sono risaliti al momento della compravendita, effettuata dalla vittima stessa circa mezz’ora prima della aggressione che aveva denunciato.
Nel frattempo, in caserma sono stati sentiti i familiari e i conoscenti della 59enne. I parenti, in particolare, hanno raccontato ai militari un ammanco di 30mila euro. Al San Bassiano più tardi la donna ha raccontato, inoltre, ad un carabiniere una nuova versione dei fatti, chiaramente in contrasto con quella fornita poco prima. Fatto il quadro delle risultanze, ai militari guidati dal maggiore Filippo Alessandro è apparso chiaro che la ricostruzione della 59enne non stava in piedi: troppe domande non trovavano una risposta logica. E così, stamattina la donna – trasferita nel frattempo in reparto e fuori pericolo – è stata nuovamente sentita dai militari dell’Arma.
Dopo aver sostenuto per un’ora la versione dell’aggressione alle spalle da parte di una persona scura di carnagione, incalzata dagli inquirenti alla fine è scoppiata in un pianto dirotto e ha racconta la verità, ossia di aver prestato 30 mila euro – in più tranche – ad una coppia di coniugi amici di famiglia che le avevano raccontato di essere in difficoltà economiche. Versamenti in buona fede, che però non sarebbero stati restituiti. Una situazione diventata pesante nel momento in cui i familiari hanno iniziato a sollecitarla per sapere dove quei soldi fossero andati a finire.
E così ieri, dopo l’ennesimo tentativo andato a vuoto di farsi restituire il denaro, la 59enne avrebbe deciso di inscenare l’aggressione. Lo scopo del gesto però non è ancora chiaro: se per attirare l’attenzione o per simulare una rapina. Per questo, i carabinieri stanno proseguendo le indagini, anche al fine di individuare eventuali altre responsabilità. Intanto per la 59enne, come detto, è scattata la denuncia per in stato di libertà all’autorità giudiziaria per simulazione di reato e procurato allarme.