Coronavirus, Arcuri spegne le polemiche sulle mascherine: questione risolta
Le misure messe in atto dal governo per contrastare l’epidemia da coronavirus sono servite. I dati sono confortanti, ma la partita non è ancora vinta. Per questo l’appello, soprattutto ai giovani, è ancora una volta alla responsabilità. Ad invocare prudenza questa volta è il commissario all’emergenza Domenico Arcuri che durante la conferenza stampa – convocata per fare il punto sulla situazione del Covid in Italia – ha anche sottolineato i risultati raggiunti sull’operazione dispositivi di protezione personale.
“Questa settimana abbiamo distributo oltre 43 milioni di mascherine, 10 milioni giovedi, il numero più alto dall’inizio dell’ emergenza. La nostra azione prosegue, da ieri i primi 20mila tabaccai distribuiscono mascherine a 50 centesimi”. Poi ha aggiunto: “La partita delle mascherine è definitivamente risolta. Ci abbiamo messo due settimane, se sono tante o poche ce lo dirà la storia. Sul prezzo il governo ha mantenuto le promesse”. E citando il magistrato Giovanni Falcone, nel 28esimo anniversario della strage di Capaci, ha cercato di spegnere le polemiche sulle mascherine. “Mi hanno raccomandato di mordermi la lingua e tenermi i sassolini nelle scarpe. Accetto la raccomandazione e ricordo, come diceva Giovanni Falcone, che è meglio fare che lamentarsi. Questa mascherina che produciamo – ha continuato sventolando un dpi – costa 12 centesimi. Il prezzo di vendita fissato è 50 centesimi. Le libertà del mercato vanno difese fino alla morte ma non quella di arricchirsi calpestando il diritto alla salute di tutti”.
La questione delle mascherine si collega anche con il ritorno a scuola e con gli esami di maturità: “Con l’inizio delle scuole a settembre stiamo valutando una distribuzione di mascherine con il Miur – ha annunciato il commissario -per il personale docente, non docente e studenti. Il dispositivo sarà disponibile per tutte le scuole già il 17 giugno. Gli esami di maturità devono essere fatti assolutamente in sicurezza”.
Arcuri ha dunque chiesto di evitare che le polemiche delle ultime due settimane sulle mascherine chirurgiche da 50 centesimi investano anche la questione tamponi. “Evitiamo che i reagenti diventino le mascherine della fase 2 -ha detto il commissario -. Abbiamo fatto una richiesta nazionale e internazionale conclusa nei giorni scorsi. Il nostro obiettivo è arrivare da 60mila a 100mila tamponi al giorno”.
E sui test sierologici il commissario all’emergenza ha fatto sapere che “lunedì parte l’indagine sierologia con il personale della Croce rossa e con i volontari impegnati. Sarà l’indagine più massiccia mai realizzata dai sanitari italiani – ha aggiunto Arcuri – Ci aiuterà ad avere delle indicazioni per saper fronteggiare meglio il virus. Anche questa pagina possiamo definirla archiviata e aspettare i risultati”. Per quanto riguarda invece la app ‘Immuni’ “arriverà sul mercato a cavallo della fine del mese. Mancano ancora otto giorni, non ci saranno ritardi”.