Ubriaco fradicio, si addormenta sul sagrato della chiesa e abbandona la figlia di 3 anni
Biasimevole accusa quella da cui si dovrò difendere un padre vicentino di 35 anni, che sabato scorso si è lasciato andare alla pazza gioia, secondo quanto raccontano i carabinieri, dimenticando di avere con sè la figlioletta di appena 3 anni. La denuncia nei suoi confronti è di abbandono di minore. L’uomo è stato ritrovato privo di sensi sul sagrato della chiesa di Arsiero, ubriaco fradicio, mentre la sua bimba era accudita dal personale di un bar del centro della comunità della Val d’Astico.
Un episodio del tutto fuori del comune quella capitato lo scorso week end nella cittadina della fascia pedemontana, e che scaturirebbe da una situazione di profondo disagio, corredata da un abuso di alcool conclamato. Tanto che un secondo deferimento nei confronti del papà originario di Creazzo (C.S. le sue iniziali diffuse dalle forze dell’ordine), per ubriachezza molesta, è stato presentato proprio dai militari dell’Arma che di fatto hanno soccorso sia lui, ritrovato in tarda serata pessime condizioni psicofisiche, che la bambina rimasta all’interno del bar, affidata – sembrerebbe – a degli sconosciuti.
La titolare ed altri avventori del locale nel frattempo avevano cura di lei sabato sera, mentre probabilmente qualcuno cercava invano il padre all’esterno. Era salito fin sul sagrato della chiesa di San Michele Arcangelo che da Arsiero sovrasta la vallata sottostante. Si tratta di un pregiudicato vicentino, già noto per altri fatti al di fuori del confine delle leggi.
Anche stavolta il soggetto interrogato in seguito dai militari aveva compiuto uno “sgarro”, e non di poco conto: doveva riconsegnare la piccola alla custodia della madre entro le 16.30 dello stesso giorno. Secondo la nota giunta dal comando di Schio, il 35enne al contrario non si ricordava affatto di aver portato con sè la figlia, annebbiato dai fumi dell’alcool, nella serata alcolica fuori sede e la credeva, a suo dire, regolarmente a casa.
I carabinieri hanno rintracciato la nonna paterna, alla quale la minore è stata affidata in attesa di ricostruire ogni passaggio dell’intricata vicenda famigliare. Lì si è venuti a sapere che la madre, preoccupata per il mancato rientro entro i termini previsti dagli accordi, aveva segnalato l’assenza agli assistenti sociali di riferimento. La brutta storia si è conclusa con l’affidamento del 35enne alla madre, quindi la nonna della bimba per fargli intanto smaltire la sbornia in “mani sicure”. In seguito avrà modo di rendersi conto del passo falso commesso, e affrontare i problemi conseguenza dei suoi comportamenti recenti.