App Immuni: il ministero dell’Innovazione ha pubblicato i codici dell’applicazione
Tra pochi giorni sarà possibile scaricare l’app Immuni “10-15 giorni al massimo, per i primi di giugno ” ha confermato il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, secondo cui “l’app rientra in una riorganizzazione della medicina territoriale e della medicina preventiva, è un tracing importantissimo e quando sarà attivo darà ulteriori informazioni su tracciamento e diffusione della malattia”.
In vista del rilascio di Immuni, il ministero dell’Innovazione, come promesso, ha pubblicato i codici dell’app su Github, la piattaforma dove gli sviluppatori da ogni parte del mondo possono confrontarsi su progetti specifici.
Immuni, a differenza di quanto era stato deciso inizialmente, lavorerà completamente sul sistema creato ad hoc da Apple e Google per le notifiche e non solo. Questo significa che non verrà mai utilizzato il GPS per la gestione della localizzazione dell’utente ma verrà usato il Bluetooth e questo permetterà di avere la massima sicurezza a livello di localizzazione dell’utente.
Gli utenti che la utilizzeranno non condivideranno mai alcun tipo di dato personale che verrà invece sostituito da codici ID del tutto anonimi che non verranno mai associati a nomi di persone o tantomeno a numeri di telefono o altri dati riconducibili alla persona fisica che utilizza l’app.
“La diffusione del Coronavirus si contrasta anche utilizzando le nuove tecnologie. Frutto della collaborazione tra Dipartimento per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio, Ministero della Salute e Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, l’app ha lo scopo di migliorare efficienza e velocità nell’individuare soggetti che hanno avuto contatti con persone risultate positive agli esami di laboratorio. Il nuovo sistema potrà contribuire anche all’individuazione di eventuali nuovi focolai. Tutto questo nel rispetto della privacy e della sicurezza individuale e nazionale” si legge sul sito del Ministero per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione.
Sulla scheda tecnica dell’app si legge che la progettazione e lo sviluppo di Immuni si basano su sei principi fondamentali: utilità, accessibilità, accuratezza, privacy, scalabilità e trasparenza.
Immuni è dotato di un sistema di notifica dell’esposizione che sfrutta la tecnologia Bluetooth Low Energy: ovvero quando due utenti si avvicinano sufficientemente l’uno all’altro per un tempo sufficiente, i loro dispositivi registrano reciprocamente l’identificatore di prossimità a rotazione nella memoria locale. Gli identificatori di prossimità a rotazione sono generati da chiavi di esposizione temporanee e cambiano più volte ogni ora. Le chiavi di esposizione temporanee vengono generate in modo casuale e cambiano una volta al giorno. Quando un utente risulta positivo per SARS-CoV-2, il virus che causa il COVID-19, ha la possibilità di caricare su un server le sue recenti chiavi di esposizione temporanea. Questa operazione può avvenire solo con la convalida di un operatore sanitario. Inoltre l’app scarica periodicamente le nuove chiavi di esposizione temporanea e le utilizza per ricavare gli identificativi di prossimità a rotazione degli utenti infetti per il passato recente. Quindi abbina gli identificatori a quelli archiviati nella memoria del dispositivo e avvisa l’utente se si è verificata un’esposizione rischiosa.
Il sistema non utilizza alcun dato di geolocalizzazione, compresi i dati GPS. Pertanto, l’app non può dire dove si è verificato il contatto con un utente potenzialmente contagioso, né le identità delle persone coinvolte.
Immuni sempre secondo la scheda tecnica: “è stato sviluppato prestando molta attenzione alla privacy degli utenti e sono state prese alcune misure per proteggerlo. Ad esempio, l’app non raccoglie dati personali che rivelerebbero l’identità dell’utente, come il nome, l’età, l’indirizzo, l’e-mail o il numero di telefono dell’utente.