Incendio Geo&Tex, Arpav: nell’aria anche benzene. Attesa per i dati sulla diossina
E’ stato polipropilene quello che è arso in grandi quantità nell’incendio che l’altra sera ha devastato la Geo&Tex 2000 di Campolongo, nel Comune di Valbrenta. Per domarlo son dovuti intervenire quaranta operatori dei vigili del fuoco provenienti da tutto il Veneto, mentre nella notte un’alta colonna di fumo nero si è levata in Valsugana.
L’azienda è leader in Europa per la produzione di “tessuto non tessuto” in materiale sintetico, utilizzato anche per applicazioni industriali e l’ingegneria civile. Recentemente, era fra le realtà che si erano messe a disposizione per la produzione di mascherine da utilizzare nell’emergenza da Covid-19.
Sul posto il comando dei vigili del fuoco aveva fatto intervenire anche una squadra di Pronta Disponibilità del Dipartimento Provinciale di Vicenza dell’Arpav, l’agenzia regionale per l’ambiente, che, arrivata sul posto, aveva confermato che ad andare a fuoco era stato polipropilene. Ai margini dello stabilimento erano stati eseguiti, tra le 2 e le 2.45 del 30 maggio, tre prelievi d’aria mediante canister. E mentre i Comuni della zona aveva già invitato la popolazione a tenere le finestre chiuse, il personale Arpav, verificando che il vento nella vallata spirava da monte a valle, aveva percorso la Valsugana in direzione di Bassano del Grappa (verso cioè lo sbocco in pianura) per cercare di individuare – pur con la difficoltà di visibilità dovuta al fatto di essere in piena notte – i punti di ricaduta dei fumi dell’incendio.
Alle 3.30 i tecnici avevano quindi, grazie all’odore sprigionato, individuato una delle zone di ricaduta dei fumi nel territorio del Comune di Bassano del Grappa, in via Beato Marco D’Aviano (parco Santa Caterina): avevano quindi prelevato in loco campioni di aria mediante campionatore ad alto volume, con l’obiettivo di determinare la presenza di diossine e furani. Il rientro nella sede Arpav di Vicenza con i campioni, era avvenuto ieri mattina poco dopo le 7 di sabato mattina. Da qui i campioni sono stati trasferiti al laboratorio di Venezia per le analisi del caso. Nel frattempo, in prima mattinata l’incendio è stato definitivamente spento dai vigili del fuoco.
Sempre ieri mattina, nel corso di un secondo sopralluogo, il personale Arpav ha verificato che l’incendio e l’opera di spegnimento non hanno determinato impatti sostanziali nel vicino fiume Brenta; sono stati anche incontrati i sindaci della zona – in particolare quelli di Valbrenta, Solagna e l’assessore all’ambiente di Bassano del Grappa – per la gestione del dopo incendio, sia per quanto ha riguardato le informazioni da dare ai cittadini, sia per la problematica della gestione dei rifiuti del rogo.
Gli esiti dei campioni d’aria prelevati nella notte all’interno dello stabilimento sul lato del fiume Brenta e quindi in prossimità dell’incendio, nel tardo pomeriggio di ieri hanno evidenziato la presenza, ancorché in concentrazioni limitate, di toluene, xilene, etanolo e acetone. E’ stata rilevata anche la presenza di benzene in concentrazione di 44 microgrammi per metro cubo (il riferimento normativo per l’aria in ambiente esterno è di 5 microgrammi/m3, riferito però ad una media annuale: in questo caso ci si riferisce invece ad un evento transitorio). L’Arpav in un comunicato ha definito “confortante” il dato relativo alle sostanze organiche clorurate che sono risultate del tutto assenti (la presenza di cloro è necessaria per la formazione di diossine). I risultati delle analisi del campionatore ad alto volume (per diossine e furani) saranno disponibili invece a metà della prossima settimana.
Il sindaco del Comune di Valbrenta, Luca Ferazzoli, a titolo precauzionale ha emanato un’ordinanza, limitata ai residenti della località di Campolongo sul Brenta, di non consumare, fino a nuovo avviso, prodotti agricoli e ortaggi raccolti in zona. Analoghe ordinanze sono state emanate anche dai Sindaci di Solagna, Pove del Grappa e Bassano del Grappa.