Generazione Z – L’anno scolastico finisce fra confusione ed incertezze
“E ADESSO?”. Questa la domanda che negli ultimi mesi si sono posti in continuazione tutti gli alunni, prima veneti e poi italiani. Da venerdì 21 febbraio (ultimo giorno di scuola in presenza) insegnanti e studenti si sono dovuti adattare alle nuove norme per l’emergenza coronavirus, e la didattica a distanza si è rivelata (per quanto possibile) efficiente. Anche se i nuovi metodi d’apprendimento hanno portato confusione e ritmi di vita diversi, generalmente le lezioni online sono andate bene e, tra stratagemmi adolescenziali e ore di studio al pc, si è giunti ormai alla conclusione di questo secondo periodo.
Un lasso di tempo segnato dall’avvento della pandemia Covid-19, che, dalle vacanze di carnevale in poi, ha causato scompiglio nelle scuole di ogni ordine e grado; le sospensioni, che si vociferava avrebbero dovuto finire il 3 aprile, si sono protratte fino alla fine dell’anno scolastico e ancora oggi, nonostante il lavoro del comitato tecnico scientifico, non si conoscono ancora con precisione le modalità con cui sarà possibile ritornare tra i banchi a settembre.
In questo periodo i rapporti interpersonali sono stati messi in forte discussione, e i ragazzi più di tutti hanno subito questa cosa: videochiamate e messaggi si sono rivelati lo strumento utile per far fronte all’isolamento, anche se non possono eguagliare le relazioni in presenza; ora, un po’ alla volta e con le dovute precauzioni, possiamo ricominciare ad uscire.
Come da ogni cosa, anche dalla pandemia si può ricavare una lezione importante: i giovani hanno avuto modo di confrontarsi con qualcosa di insolito e si sono messi all’opera per rendere la quarantena meno pesante; tra ore di studio e impegno nello stare a casa, anche loro hanno fatto la loro parte importante. Se oggi c’è un maggior senso patriottico e abbiamo ritrovato fiducia nel futuro, in parte lo dobbiamo anche ai ragazzi proprio perché, forse contro ogni previsione, si sono dimostrati responsabili e maturi.
L’augurio, come sempre, è che l’Italia riesca a ripartire al più presto in campo sanitario, economico e scolastico, lasciandosi alle spalle quanto di brutto ha fermato non solo la scuola ma anche la crescita del Paese. Gli studenti di Vicenza e di tutta Italia, stanno dicendo, quasi in coro: “Non avremmo mai pensato di dirlo, ma non vediamo l’ora di ritornare a scuola!”.
Edoardo Mario Francese
17 anni, studente del liceo “Zanella” di Schio