Covid, Speranza alla Camera: seconda ondata possibile. Dal ministro appello all’unità istituzionale
Il monito è sempre lo stesso: mai abbassare la guardia. Perché l’epidemia non è ancora del tutto superata e una seconda ondata non è certa ma possibile. Per questo non ci sono ancora garanzie per una riapertura dei confini ai paesi extra Ue dal 15 giugno. E per questo è d’obbligo una collaborazione tra maggioranza e opposizione perché “una forte sinergia istituzionale e sociale è la bussola per attraversare la tempesta”. Sono alcuni dei passaggi dell’informativa sul Covid-19 alla Camera del ministro della Salute, Roberto Speranza.
Ciò che serve, “dopo mesi drammatici”, è un confronto a tutto campo, a partire dalle forze politiche in Parlamento, con le tante preziose energie delle professioni sanitarie, del mondo scientifico, università, volontariato e associazionismo”. “Non dobbiamo chiudere gli occhi su cosa non ha funzionato” ha specificato Speranza per il quale “serve una limpida dialettica tra maggioranza ed opposizione, tra forze che a diversi livelli istituzionali hanno, nella gestione della sanità, rilevanti e concorrenti responsabilità di governo, così come definito dall’articolo 117 della nostra Costituzione”. Quindi, “la collaborazione non è una scelta ma un vero e proprio obbligo istituzionale”.
“Dentro diverse legittime valutazioni e ricerche scientifiche io credo che non dobbiamo alimentare una surreale divisione tra pessimisti ed ottimisti – ha aggiunto il ministro della Salute -. Una seconda ondata o una recrudescenza non è certa, ma è possibile. E quindi bisogna essere pronti”. Speranza ha sottolineato che ci “sono dati oggettivamente incoraggianti”: aumentano i guariti, si riduce la curva del contagio, molte regioni sono a zero, diminuiscono i deceduti. L’indice Rt è in tutta Italia sotto 1. Ma è solo una parte della realtà, perché “l’epidemia non si è conclusa, non è finita: ci sono ancora focolai di trasmissione attivi e il virus, anche se in forma ridotta e con una prevalenza di casi asintomatici, continua a circolare”.
“Le misure adottate sono state sempre accompagnate da scelte difficilissime. Insieme ai sacrifici straordinari di milioni di italiane e di italiani, ci hanno permesso di piegare la curva del contagio. Non dobbiamo dimenticarlo mai. E’ con le misure che Governo e Regioni hanno adottato che abbiamo salvato la vita a migliaia di persone, abbiamo alleggerito il peso insostenibile che arrivava sui nostri presidi sanitari e abbiamo sviluppato, giorno dopo giorno, le condizioni perché l’Italia potesse finalmente ripartire”. Sul monitoraggio “non c’era un modello già pronto da assumere, il modello l’hanno elaborato i nostri scienziati”.
Per Speranza, occorre inoltre “tenere alto il numero dei tamponi effettuati soprattutto per ricercare possibili focolai laddove il Covid ci ha fatto più male. Per questo non bisogna esitare nemmeno un secondo a prendere nuovi provvedimenti rigorosi laddove se ne manifesti la necessità”. “La prudenza resta, per me – ha poi ribadito -, la regola fondamentale perché non saremo definitivamente ‘sicuri’ senza il vaccino che è lo strumento principe per sconfiggere definitivamente questa pandemia”.
E in merito all’apertura delle frontiere ai Paesi extra europei, Speranza ha chiarito che “il quadro epidemiologico mondiale non offre ancora sufficienti garanzie per una apertura senza regole prudenziali già dal 15 giugno. I dati che arrivano da molte aree del mondo, in particolare dalle Americhe e dall’Oriente, segnalano una crescita preoccupante del contagio che non possiamo permetterci di sottovalutare. In Europa le cose vanno meglio. Ma il quadro globale è ancora molto complesso”.