Coronavirus, emergenza a Pechino: città blindata, schierati 100mila operatori sanitari
Torna ad alzarsi il livello di emergenza in Cina. A Pechino crescono i nuovi contagi e concretizza lo spettro di una seconda ondata di epidemia da Coronavirus. Ieri si sono registrati altri 31 casi positivi: dal 13 giugno sono più di 356mila i test effettuati sui cittadini con lunghe file davanti ai laboratori. Stando a quanto riportano i media locali, le autorità hanno schierato 100mila operatori sanitari per fronteggiare la ripresa della pandemia.
Si avvicina per Pechino un nuovo lockdown. I due aeroporti della capitale hanno visto la cancellazione di oltre il 50% dei voli in arrivo e in partenza, pari a più di 1.200 unità. Gli sport di squadra come il basket, il calcio e la pallavolo dovranno di nuovo fermarsi. I luoghi di intrattenimento culturale, le piscine e le palestre rimarranno chiusi, hanno reso noto le autorità locali. Le visite di gruppo interprovinciali saranno sospese. D’ora in avanti, ha fatto sapere l’amministrazione locale, le lezioni per gli studenti delle scuole elementari e medie si svolgeranno esclusivamente online e la ripresa delle lezioni degli studenti universitari sarà sospesa.
Il vicesegretario generale del governo municipale di Pechino, Chen Bei, ha detto che la situazione epidemica a Pechino è “preoccupante”, poiché la capitale ha registrato una “crescita giornaliera a due cifre” di casi di Covid-19 trasmessi a livello locale “a partire dall’11 giugno”, dopo un periodo di “57 giorni senza nuovi casi trasmessi a livello cittadino”. Stando alle spiegazioni del vicesegretario, il focolaio dell’epidemia, che ha colpito nove distretti e 28 quartieri, sarebbe dovuto alla trasmissione da uomo a uomo o alla contaminazione degli articoli, degli oggetti e dell’ambiente circostante.
“In base alla curva epidemiologica abbiamo individuato i casi al loro stadio iniziale. Ora il trend è ancora in ascesa“. Questa la posizione della vicedirettrice del Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie di Pechino, Pang Xinghuo. In una conferenza stampa trasmessa in streaming ha sottolineato che “l’attuale focolaio emerso dal mercato all’ingrosso di Xinfadi, nel distretto di sudovest di Fengtai, ha provocato a Pechino 137 casi certi di Covid-19 da giovedì scorso”. Dunque, secondo la vicedirettrice, “non è escluso un ulteriore incremento di contagi“.