L’uomo senza sonno: sfuggire alla colpa
“L’uomo senza sonno” è un film del 2004 diretto da Brad Anderson, con protagonista Christian Bale nel ruolo di Trevor Reznik, un operaio metalmeccanico con forti problemi di insonnia. Trevor è da più di un anno che non riesce a prendere sonno e ciò lo ha condotto, oltre a una serie di forti allucinazioni, ad un dimagrimento estremo.
La prima cosa che salta all’occhio in un film come “L’uomo senza sonno” è la fisicità fortemente modificata di Christian Bale, vezzo più che mai alle trasformazioni del proprio corpo per interpretare al meglio diversi ruoli, e qui tale mutazione risulta inquietante, probabilmente ripugnante ad un pubblico più sensibile ed è interessante notare come questo aspetto del personaggio sia collegato ad un fenomeno psicologico che non ci è dato conoscere.
Ciò che vediamo sono le paranoie, le paure, le insicurezze del protagonista che crescono vertiginosamente fino al finale, dove i motivi del suo malessere verranno finalmente a galla.
Dopodiché la messa in scena del regista, con una fotografia quasi incolore, dove la luce rimane fredda, trasmettendo un senso di distacco dai suoi personaggi e di fatto nella storia non c’è un uno dove lo spettatore è portato a provare vera empatia.
Ciò che si prova è più un forte senso di angoscia, misto a trauma, seppur il personaggio di Trevor mostri dei momenti di tenerezza che ci portano ad avvicinarci alla sua storia per provare a capire il perché del sua condizione, ma la sceneggiatura di Scott Kosar non lascia trapelare nulla e dovremmo aspettare il finale avere delle risposte.
Un film splendido che mostra l’aspetto doloroso della vita, dovuta dalle colpe che ci portiamo dietro e che non affrontiamo nel modo giusto. A tal proposito il filosofo e psichiatra tedesco Karl Jaspers diceva che la colpa è tra quelle situazioni a cui l’uomo non può sfuggire e il film di Brad Anderson mostra e dimostra come tale definizione possa essere terribilmente vera.
Tra gli altri interpreti troviamo una bellissima e bravissima Jennifer Jason Leigh, un’interessante Michael Ironside e uno stupendo John Sharian, credo, nel ruolo della vita, nelle vesti di un personaggio che è riuscito a rendere emblematico e magnificamente disturbante.
Un film che vi consiglio caldamente se ancora non lo avete visto che scioccherà, vi inquieterà, ma vi lascerà anche ed incredibilmente un senso di sottile di tenerezza.