Superstrada Pedemontana, Regione trova la quadra (aumentando le imposte locali)
La Regione ha individuato, al termine di un lungo e complesso percorso, la soluzione per il rilancio della “Superstrada Pedemontana Veneta (Spv), che dovrebbe servire per superare l’impasse in cui si trova il progetto a causa della sua non bancabilità dichiarata. In sostanza è stato definito un nuovo rapporto di concessione con il consorzio Sis, concessionario dell’opera (94,7 chilometri di superstrada a pedaggio per unire il veronese al trevigiano).
La soluzione individuata è stata illustrata questo pomeriggio dal presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, durante la seduta del Consiglio Regionale con una sequenza di slide nelle quali ha ripercorso velocemente la storia dell’opera, “il più importante cantiere pubblico oggi aperto in Italia” ed è poi entrato nel dettaglio delle linee fondamentali del nuovo rapporto di concessione, con una serie di modifiche nel rapporto con il concessionario dell’opera che ne cambiano profondamente le caratteristiche, ad iniziare dal ruolo che la Regione assumerà nella realizzazione dell’opera.
Nel concreto, il consorzio Sis riduce le sue pretese (e accetta di ridurre i suoi ricavi) e la Regione assume un ruolo più incisivo, aprendo i cordoni della borsa affinché l’opera venga completata, mettendoci un bel po’ di soldi (dei veneti). Nel 2018 infatti saranno aumentate le imposte ai cittadini con più di 28mila euro di reddito annuo.
Ecco nel dettaglio allora quali sono gli elementi principali del “Terzo atto convenzionale” che sarà prossimamente sottoscritto fra il concedente (ossia la Regione) e il concessionario (il consorzio Sis).
In primo luogo è previsto un nuovo piano di traffico, commissionato dalla Regione e redatto dalla società Area Engineering il mese scorso, che prevede un traffico medio pari a 27 mila veicoli al giorno (in sostanza si rimane in linea con quelli quello che era già previsto dalle stile del concessionario del 2016 – 28.600), numero che sarebbe raggiungibile grazie agli sconti sui pedaggi e che si discosta quindi dalle stime in ribasso del 70% indicate dalla Banca europea degli Investimenti e della Cassa Depositi e Prestiti.
Le seconda novità riguarda le tariffe contrattuali, che saranno scontate, rispetto a quelle originarie, del 23 per cento per i veicoli leggeri e del 16 per cento per i veicoli pesanti.
Terzo punto: viene modificata la titolarità dei proventi da pedaggio, che passa dal concessionario (Sis) al concedente (Regione del Veneto)
Quattro: è prevista una conseguente diminuzione degli introiti della concessione per la Sis pari a 6,7 miliardi di euro.
Cinque; nel nuovo contratto viene eliminato l’originario canone di disponibilità a carico della Regione del Veneto che era pari a 532 milioni di euro in 15 anni.
Sesto punto: c’è una accentuazione – a carico della Sis – del rischio di qualità, manutenzione e buon funzionamento dell’opera in fase di gestione.
Sette: aumenta il contributo pubblico in conto costruzione, a carico della Regione del Veneto, per 300 milioni di euro.
Otto: viene rimodulato il Piano economico finanziario, passando dall’originaria formula “ricavi da tariffa + canone” a “ricavi unicamente da canone”.
Nove: è previsto un allineamento della convenzione alle migliori operazioni europee in materia di Ppp (public private partnership): si tratta dell’unica convenzione italiana formulata in questa modalità.
Dieci: il consorzio Sis è obbligato ad arrivare in tempi certi al closing finanziario, ossia i finanziamenti a debito necessari per proseguire i cantieri ed inseguiti da anni).
Zaia ha illustrato ai consiglieri i “notevoli i benefici” che l’operazione consente di conseguire, in primo luogo un risparmio per la Regione di 9,5 miliardi (ossia 7,6 miliardi di riequilibrio che la Regione avrebbe sicuramente dovuto affrontare per effetto della differenza fra pedaggi contrattuali e pedaggi derivanti dalle nuove stime di traffico, più 426 milioni di vecchio canone, più il 22% di Iva). Il nuovo contratto inoltre per Zaia darà stabilità e certezza ai flussi finanziarim renderà complessivamente bancabile il progetto e farà scomparire definitivamente le originarie clausole di riequilibrio finanziario a carico della Regione. Impone inoltre un termine certo per il closing finanziario e impone termini e penali per il pagamento degli espropri.
Alla buona riuscita dell’operazione – scrive la regione in una nota – hanno contribuito la Presidenza del Consiglio dei Ministri, i ministeri delle Infrastrutture-Trasporti e dell’Economia e Finanze, l’Avvocatura dello Stato, l’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), la Cassa Depositi e Prestiti, la Banca Europea degli Investimenti, la Corte dei Conti e il Nucleo regionale di valutazione e verifica degli investimenti pubblici. Una nota che sottolinea ncher come la gran parte delle prescrizioni mosse da Anac e Corte dei Conti in regime commissariale siano state “affrontate e risolte”.
i tre documenti – il “Terzo atto convenzionale”, il nuovo Piano economico e finanziario e lo studio di traffico sono – comunica ancora la Regione – sostenuti dal parere favorevole dell’Avvocatura dello Stato, dell’Avvocatura Regionale, della profressoressa Veronica Vecchi (per il Pef e la valutazione economico-finanziaria), della professoressa Velia Leone per la parte giuridica su canone di disponibilità, dell’avvocato Bruno Barel per la parte giuridica sull’interesse pubblico, del fiscallista Claudio Finanze dello Studio Roedl Milano e del professor Pasetto, del Dipartimento di ingegneria dei trasporti dell’Università di Padova (per la certificazione del modello di previsione di traffico adottato da Area Engineering).