Salvataggio Spv, critiche a Zaia da Pd e 5 Stelle. Valdegamberi e Forza Italia lo difendono

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Il volantino elettorale ironicamente diffuso ieri dal deputato Federico Ginato (Pd)

C’è il deputato Federico Ginato (Pd), che ironicamente pubblica su Facebook un volantino elettorale del 2015 in cui Luca Zaia prometteva di non toccare le tasse. Ci sono Jacopo Berti e Manuel Brusco, consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, per il quale “il pasticcio della Pedemontana è il fallimento di Zaia”. C’è Cristina Guarda (Lista Moretti in consiglio regionale), per la quale il governatore “dovrà spiegare ai cittadini vicentini e trevigiani che prima ha sostenuto un progetto infattibile ed ora lo scarica sulle loro spalle”. Sul salvataggio della Spv, con revisione del contratto e aumento dell’Ipref regionale, si scatena la politica veneta. Non sono solo interventi negativi, anzi: da destra si difende a spada tratta la scelta che il governatore ha fatto per salvare il cantiere della superstrada a pagamento che dovrà collegare Spresiano (Treviso) a Montecchio Maggiore (Vicenza), passando per Bassano. Per Silvia Rizzotto (Gruppo Zaia Presidente) è una “scelta concreta che dà risposta alle due domande dei cittadini: paghiamo gli espropri e finiamo l’opera”, per Stefano Valdegamberi (Gruppo Misto) “le accuse rivolte a Zaia sono gratuite, prive di fondamento e irresponsabili”, mentre per il capogruppo in Regione di Forza Italia Massimiliano Barison “l’intervento scongiura che l’opera diventi la nuova incompiuta veneta”.

Di seguito, una “carrellata” di interventi.

Federico Ginato, deputato del Pd

“Zaia alza le tasse per coprire i buchi della Pedemontana. Prima ha sostenuto un accordo capestro con i privati per la costruzione della Pedemontana, ora fa pagare i danni ai Veneti aumentando le tasse. La campagna elettorale è ormai lontana..”

Silvia Rizzotto (Gruppo Zaia Presidente)

“Due sono gli obiettivi che abbiamo davanti e che ci vengono posti dal territorio: pagare gli espropri, finire quest’opera. E per quanto riguarda le critiche relativamente al mettere le mani nel portafoglio dei cittadini. Non dimentichiamoci che l’operazione è stata resa necessaria a causa del Fiscal Compact: è stata una scelta forzata determinata dal taglio di oltre 1.062 milioni di euro che sono venuti meno nei conti regionali perché tagliati dallo Stato. La proposta avanzata dal presidente Zaia è una soluzione concreta che dà risposta alle due domande che, come dicevo, giungono dai cittadini: paghiamo gli espropri e finiamo l’opera”.

Maurizio Conte (Lista Tosi)

“Bisogna vedere e analizzare i documenti con molta attenzione perché non possono essere modificati i termini di una gara già aggiudicata. Poi, vogliamo vedere quale fine faranno le opere complementari già concordate e infine occorre riflettere attentamente sulla copertura finanziaria che nasce dall’aumento dell’addizionale Irpef”.

Alessandra Moretti (Pd)
“Il punto più basso il governatore del Veneto lo ha raggiunto sulla Pedemontana: per tentare di mettere una toppa ai suoi gravi errori, che hanno portato a ritardi e costi lievitati, Zaia pensa bene di risolverla mettendo le mani nelle tasche dei veneti. Sembra una barzelletta, ma purtroppo è la verità: il Presidente ha deciso che a pagare la Pedemontana saranno i veneti attraverso l’aumento dell’Irpef e cancellando tutte le esenzioni dei pedaggi per i residenti, che pure erano previste nel contratto iniziale. La verità è che fino ad ora i soldi li ha messi solo il governo: oltre 600 milioni senza i quali l’opera non sarebbe mai partita. E così arriviamo al paradosso – prosegue – un abitante di Venezia, faccio per dire, che abbia un reddito di 2.300 euro lordi mensili si ritroverà a pagare 120 euro l’anno per la Pedemontana che magari non userà mai. Un vicentino che invece se ne servirà, pagherà lo stesso costo più l’aggiunta del prezzo del pedaggio, visto che Zaia ha ben ritenuto di far saltare le esenzioni. Per non parlare della fascia di reddito medio alte: chi guadagna più di 55mila euro l’anno pagherà 588 euro e per le fasce over 75 mila il costo sarà di circa 1000 euro l’anno. È una follia: Zaia pensa di rastrellare 200 milioni di euro facendo pagare ai veneti un’opera che senza dubbio è strategica e che molte volte abbiamo detto doveva essere terminata, ma il metodo ci lascia senza parole. Le domande senza risposta sono tante – puntualizza Moretti – una per tutte: perché, se le stime di traffico fornite dalla Regione sulla Pedemontana sono di circa 27 mila veicoli al giorno e dunque se l’opera è considerata sostenibile, Zaia ha deciso di pagare il rischio, eventuale, di un calo del traffico? È una buona cosa che il concessionario abbia accettato di rivedere il contratto e di rinunciare ad una parte dei profitti, ma Zaia non ci prenda in giro: nessuno avrebbe potuto sapere cosa sarebbe accaduto da qui ai prossimi 15 anni. Una cosa va chiarita, il vecchio Piano finanziario prevedeva che in caso di pedaggi inferiori alle previsioni ci sarebbe stato un esborso per la regione di 29 milioni all’anno per 15 anni. Ipotesi ovviamente catastrofista, ma Zaia ha deciso di anticipare il rischio caricandolo sulle spalle dei veneti e questo risulta intollerabile, soprattutto in un momento di grave impoverimento del ceto medio”.

Stefano Valdegamberi (Gruppo Misto)

“Credo che il punto più basso della politica regionale si sia proprio raggiunto con le dichiarazioni della Consigliera regionale Alessandra Moretti che dimostra tra l’altro di non conoscere la matematica, viste le cifre non corrette contenute nel suo comunicato stampa. Le accuse sulla Pedemontana rivolte al presidente Luca Zaia sono del tutto gratuite, prive di fondamento e irresponsabili. Ricordo alla Moretti che questa rappresenta la più importate opera pubblica in Italia e risponde ad appelli fatti per decenni dagli amministratori locali e dal mondo imprenditoriale, garantendo una viabilità scorrevole in una delle zone più industrializzate del Paese, a notevole beneficio anche per l’ambiente. Le mutate condizioni economiche hanno messo in crisi il progetto di finanza ed è con grande senso di responsabilità che il presidente Zaia ha trovato una soluzione per portare a termine il progetto. Nel Veneto non abbiamo bisogno di amministratori che speculino sulle disgrazie degli altri e sulle vicende negative legate al mercato e a forza maggiore. La proposta della Giunta permette di salvare il mondo economico che grava attorno quest’opera, le famiglie che hanno subito espropri, i lavoratori. La Moretti avrebbe mandato tutto in fallimento lasciando incompiuta un’opera mastodontica e avrebbe distrutto ulteriormente il tessuto imprenditoriale veneto? Se è così, lo dichiari apertamente. Se ha soluzioni migliori, ce le faccia pervenire. Chi amministra ha il compito di risolvere i problemi, anche quelli che ha ereditato dagli altri, trovando le migliori soluzioni, ciò che la consigliere Moretti finora non ha mai saputo fare. Un plauso va invece al presidente che ha fatto con responsabilità il suo dovere. Ricordo infine che la Regione del Veneto ha le tasse regionali tra le più basse d’Italia e non sarà certo questo intervento straordinario a modificare questo primato. Semmai – conclude Valdegamberi – ci attendiamo che anche il Governo, invece di continuare a tagliare soldi alla nostra Regione, accrescendo il nostro residuo fiscale, intervenga riducendo la somma a carico dei veneti e ricordo alla Moretti che sarebbe solo un piccolo gesto di giustizia, perché i soldi che il Governo utilizza sono sempre i nostri”.

Enrico Cappelletti, senatore del Movimento 5 Stelle

“Zaia alza le tasse ai Veneti per pagare la superstrada Pedemontana che, in quanto project financing, avrebbe dovuto essere pagata dai privati. Inspiegabilmente non chiede la risoluzione dei contratti in essere, nonostante l’evidente inadempimento rappresentato dalla mancanza del closing finanziario. Non procede ad incassare le fideiussioni, non destina un solo euro agli espropriati e non rimette neppure a gara l’opera. Insomma tutela il concessionario. E per poterlo fare, mette le mani nelle tasche dei cittadini, che dovranno digerire perfino l’aumento delle addizionali. Se è questa l’autonomia voluta da Zaia, siamo messi proprio bene…”.

Massimiliano Barison (capogruppo Forza Italia in Regione)

“La Pedemontana è un’opera strategica per il territorio e la più importante opera pubblica attualmente aperta in Italia. L’infrastruttura, pur tanto indispensabile per l’economia locale, ha subito gravi ritardi tanto da rischiare di diventare la nuova incompiuta veneta. L’intervento della Regione, presentato oggi dal governatore, scongiura proprio questa eventualità. Le risorse che la Regione assicurerà per concludere l’opera, 300 milioni di euro sono certamente un importante e necessario impegno richiesto alla collettività. Deve essere inoltre chiaro che il Veneto ha bisogno di altre infrastrutture sia viarie che di sicurezza idraulica: eventuali economie devono essere destinate per queste altre opere nelle varie province venete; solo per fare un esempio, e per restare alla mia Padova, penso alla SR10 o alla circonvallazione di Padova Sud”.

Jacopo Berti e Manuel Brusco (capogruppo e consigliere Movimento 5 Stelle)

“Luca Zaia può girare la frittata della Pedemontana quanto vuole, il risultato non cambierà di una virgola: il pasticcio dell’arteria stradale e delle sue ripercussioni sulle tasche dei veneti sono il grande fallimento del governatore del Veneto. Questo è un fallimento, possono attaccarci quanto gli pare, le loro incapacità sono ben visibili in quel nastro di cantieri e sterpaglie che è oggi la Pedemontana. Lo stesso Zaia non sa fornire in aula una data precisa della fine dei lavori. E non è tutto perché ce la dobbiamo pure pagare, la Pedemontana. Ancora una volta, come è già accaduto con le banche venete, ci rimettono sempre i cittadini. Che la pagheranno due volte: la prima con le tasse, la seconda con i loro pedaggi. Quest’opera, deve essere fatta, l’abbiamo sempre detto, ma non in questo modo. Noi non viviamo sulle disgrazie degli altri, il governatore non può calpestare la nostra visione solo perché è diversa dalla sua. Zaia piomba qui in aula e fa proiettare un video che sa tanto di Istituto Luce per giustificare un aumento di tasse e per cosa? Per pagare il fallimento della Pedemontana, dando come sempre la colpa a qualcun altro. Dicono che sia pronto per andare a Roma: di certo la lezione di Renzi sui video e sulle sparate l’ha imparata per bene”.

Andrea Zanoni (Pd)

“Alla fine la soluzione per ‘salvare’, ma solo momentaneamente, la Superstrada Pedemontana Veneta è stata trovata: la Superstrada verrà completata a spese dei veneti. Questo è quanto ha detto il presidente Zaia in aula, senza però spiegarci se il concessionario Sis avrà i soldi per completare l’opera. Intanto la Regione coprirà il buco con 300 milioni, togliendo l’esonero dal pedaggio per i residenti. Zaia ha dato tanti numeri con le slide ma alla fine i dati che emergono sono due. Anzitutto, per finanziare l’opera metterà le mani nelle tasche dei veneti alzando le tasse, intervenendo sull’addizionale Irpef, e poco importa se riguarderà solo una parte dei cittadini, perché magari si tratta di persone che quella strada non la utilizzeranno mai oppure se la utilizzeranno, la pagheranno due volte: in busta paga e al casello. La beffa maggiore però è per i residenti, cornuti e mazziati, visto che Zaia ha cancellato l’esenzione dal pedaggio decisa nel 2009 da Galan e ridotte di nascosto nel 2013. Non so con che faccia il presidente dica che bisogna avere rispetto per i consigli comunali che hanno approvato la Pedemontana, visto che gli stessi consigli avevano ottenuto a parziale compensazione proprio l’eliminazione del pedaggio per i residenti dei 36 Comuni interessati. Zaia ha cambiato le carte in tavola, è un “imbroglio”. I project financing alla veneta funzionano così – termina Zanoni – il pubblico firma contratti capestro con il privato e alla fine tutto viene scaricato sugli incolpevoli cittadini. Davvero un modello da prendere a esempio e da esportare nel resto d’Italia”.

Stefano Fracasso (capogruppo Pd in Regione)

“L’annuncio di Zaia sulla Pedemontana è arrivato a sorpresa. Ma non si tratta certo di una bella sorpresa, perché le conseguenze non saranno indolori, visto che una percentuale di cittadini veneti vedrà aumentare le tasse da pagare. In questo momento la Superstrada è una grande ferita, che se non viene ‘sanata’ rischia di diventare qualcosa di più grave. Già adesso ci sono espropriati che da anni aspettano di essere indennizzati, imprese che attendono di essere pagate dal concessionario e cantieri aperti in mezzo Veneto di cui non vediamo la fine, incluse soluzioni progettuali che sono in netto contrasto con quello che chiedono i Comuni come compensazioni per la realizzazione dell’opera. Questa ferita – continua l’esponente dei Democratici – è stata prodotta e si è aggravata perché non si è intervenuti in tempo. Dal 2009, in aula consiliare sono state presentate 37 tra interrogazioni e mozioni, per chiedere se quella ferita potesse essere sanata, e come. Esamineremo ora nei dettagli la proposta, faremo le nostre verifiche, soprattutto nel momento in cui il Presidente Zaia ci dice che bisogna mettere le mani nelle tasche dei veneti. Ci era sempre stato raccontato il contrario, lo ‘storytelling’ era quello del project come unico strumento per non intervenire con nuove tasse. E invece oggi Zaia afferma che deve agire sulla leva fiscale, aumentando l’addizionale Irpef e modificando il Defr. Una bella giravolta, questa, rispetto a quanto affermato fino ad ora. Noi siamo pronti al confronto, ma prima vogliamo esaminare bene tutte le carte, perché non si tratta di un’operazione a costo zero per i veneti”.

 

Cristina Guarda (Lista Moretti)

“Per il Presidente Zaia, la Pedemontana va conclusa a tutti i costi, poco importa se a danno dei veneti: i cittadini residenti nei 36 comuni attraversati dall’opera pagheranno il pedaggio per percorrere una superstrada che ora diventa a tutti gli effetti un’autostrada. Viene così a mancare una condizione fondamentale che aveva spinto amministrazioni e cittadini ad accettare la realizzazione. Per riuscire infatti a raggiungere un flusso di traffico pagante di 27 mila veicoli al giorno, irraggiungibile senza residenti, si fa pagare tutti indiscriminatamente. Non solo: è previsto anche un aumento dell’Irpef per tutti i cittadini veneti  così da sostenere il mutuo da 300 milioni che tapperà i buchi della società concessionaria Sis. Meno male che i project financing dovevano essere la salvezza del Veneto: Zaia dovrà spiegare ai cittadini vicentini e trevigiani che prima ha sostenuto un progetto infattibile ed ora lo scarica sulle loro spalle”.