Auto di lusso importate dall’estero con frode fiscale. Sequestrati autosaloni e uno yacht
Procura di Vicenza e guardia di finanza di Este salgono in auto e “guidano” l’inchiesta per smantellare un complesso raggiro ai danni delle casse pubbliche. Una frode fiscale a tutti gli effetti, secondo gli investigatori delle Fiamme Gialle, che in poco tempo aveva permesso di evadere tributi dovuti per oltre 1,9 milioni di euro. I commerci illeciti di vetture avvenivano tra due imprenditori italiani e quattro rivenditori stranieri con attività in Bulgaria, Croazia e Slovenia.
L’importazione di veicoli usati nascondeva un giro di affari illegale che ha portato al sequestro di denaro liquido da 14 conti correnti e l’ordine di esecuzione a 8 perquisizioni. Da segnalare l’apporto in questa fase di un “cash dog”, un cane segugio addestrato a fiutare la presenza di banconote nascoste.
Dai riscontri effettuati, le posizioni accusatorie più gravi riguardano i due titolari con sede formale registrata in Italia, considerati gli artefici del piano illecito finalizzato all’evasione fiscale e quindi ad accaparrarsi un margine di profitto extra, non consentito. Entrambi avrebbero omesso di presentare le dichiarazioni reddituali previste dalla legge. Sequestrati nel corso della complessa operazione ben 14 immobili, tra cui due autosaloni e un albergo, tra Padova e Vicenza, e anche uno yacht di lusso come dichiarato dall’ufficio stampa della Guardia di Finanza. L’ammontare esatto del sequestro preventivo ai fini della confisca è di 1.933.520,60 euro.
L’organizzazione aveva radici ad Este, nel Padovano, ma con ramificazioni operative in particolare nella provincia vicentina. Come acclarato in sede di indagini, avvalendosi della collaborazione di agenzie automobilistiche i rivenditori agivano come fossero dei privati, pur esercitando a tutti gli effetti attività di commercio di autovetture usate, fornendo alla Motorizzazione Civile “carte false”: vale a dire dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà nelle quali attestavano di aver assolto negli stati dell’Est europeo gli obblighi derivanti dalle imposte. Le società estere, che di fatto commerciavano solo nel territorio italiano, avevano “trattato” almeno 350 automobili. Tra l’altro tutte di grossa cilindrata e con importazione quasi esclusivamente dalla Germania.
Manovre fuori dai confini delimitati dalla legge vigente che, in soldoni, permettevano di evadere l’Iva oltre che di inquinare il mercato della compravendita di auto usate. Facendo leva su una posizione via via dominante del mercato, a scapito dei rivenditori che operano invece nel pieno rispetto delle regole. Il fatturato incassato in circa due anni di attività illecita è stato misurato in circa 13 milioni di euro. Di questi, poco meno di due avrebbero dovuto essere versati come tributi all’erario italiano.
Potenziali “guai in vista” anche per gli acquirenti delle vetture di alta fascia, buona parte dei quali sarebbero vicentini. Si tratta nel dettaglio di 344 persone, coinvolti loro malgrado nel malaffare in quanto firmatari in prima persona delle dichiarazioni sostitutive di atto di notorietà, la “chiave di volta” del raggiro. Anche le quattro società di diritto estero, ma di fatto situate in Italia, saranno perseguite. A beneficiare dell’operazione in via di conclusione sarà la libera concorrenza, riequilibrando il mercato delle autovettura usate di alta gamma senza distorsioni a vantaggio di pochi come avvenuto negli ultimi anni.