“Benvenuto” a Elia, il figlio della maestra Gemma e del richiedente asilo Kingsley
C’è un Veneto in cui sboccia l’amore fra chi è nato qui, da famiglie “autoctone”, e chi è arrivato costretto a fuggire dal luogo in cui i propri cari vivono, attraversando mari e deserti. Il punto in cui queste culture si incontrano sono i lucenti occhi di Elia Ehis: il frugoletto tre giorni fa è venuto alla luce tra le braccia di mamma Gemma Gonzo, una maestra elementare di Isola Vicentina, e papà Kingsley Oseghale, richiedente asilo nigeriano arrivato in Italia ad agosto 2015. La loro storia, l’anno scorso, aveva destato curiosità e commozione in provincia.
I due ragazzi – lei ha 30 anni, lui 28 – si sono sposati a Isola a novembre: a celebrare il matrimonio, e a festeggiare con loro lo scambio degli anelli, è stato il sindaco di Isola Francesco Enrico Gonzo. Gemma e Kingsley si sono conosciuti alla fine del 2015. Lei, a dicembre di quell’anno, aveva fatto qualche supplenza nella classe per stranieri in cui il ragazzo fuggito dal sud della Nigeria stava facendo lezioni di italiano. Dopo qualche settimana si erano rivisti, ed era sbocciato l’amore. “Ci siamo sistemati in una casuccia – racconta Gemma – a Kingsley il permesso di soggiorno è finalmente arrivato, purtroppo a causa della mancanza del documento ha perso diverse possibilità di lavoro”. Ora il ragazzo africano, che stringe orgoglioso fra le braccia il primogenito, sta cercando occupazione. Nei mesi scorsi Kingsley si è dedicato a imparare l’italiano. Il giovane prova pure a cimentarsi col dialetto: “Gheto magnà? – sorride – purtroppo sento anche spesso delle imprecazioni contro Dio, bestemmie. Con quelli che lo fanno cerco di parlare: gli chiedo perché imprecano così, perché lo fanno se sono credenti”.