Evasione da 1,7 milioni. Sigilli su Mercedes e sei proprietà al collezionista di orologi
Non versa i tributi per cinque anni, frodando il fisco per un ammontare stimato dalle Fiamme Gialle vicentine in 1,7 milioni di euro. Un imprenditore di Schio – F.F. le iniziali fornite dai finanzieri – dovrà risarcire l’erario pubblico una volta che il processo a suo carico sarà concluso, ovviamente se i giudici confermeranno la tesi degli investigatori che lo etichettano come evasore totale delle imposte. Coinvolti nell’indagine anche la moglie e una figlia, a cui sarebbero state intestate varie proprietà per centinaia di migliaia di euro.
Ad essere accusato del reato in materia fiscale un unico soggetto, un 65enne titolare di una ditta individuale, molto noto nel settore delle indagini di mercato e sondaggi di opinione per conto di aziende di alta levatura. Gli sono state sequestrate due automobili di lusso di marca Mercedes, ma anche vari immobili di sua proprietà dislocati a Schio e 13 orologi particolarmente di valore. Altri modelli, invece, sono risultati merce contraffatta, segnale che il manager altovicentino era alquanto sprovveduto nelle operazioni di compravendita.
Nell’indagine denominata “Errata opinio” della guardia di finanza, sono state passate a setaccio le dichiarazioni a fini fiscali relative al quinquennio 2012-2017. Di fatto inesistenti, visto che l’imprenditore viene considerato oggi un evasore totale: nel dettaglio non avrebbe mai versato l’Iva per tutto il periodo in esame, danneggiando lo Stato per quasi due milioni di euro e turbando la corretta concorrenza nel mercato. All’atto dell’avvio della verifica fiscale, il 65enne non aveva esibito alcuna documentazione contabile, spergiurando che l’impresa da lui diretta fosse inattiva perlomeno da quattro anni. In realtà, lo stratagemma illecito si fondava sull’istituzione di società estere che operavano e, anzi, fatturavano “a gonfie vele”.
Le indagini dei finanzieri sono andate via via in profondità dopo l’evidenza dei primi riscontri, scoprendo una frode articolata che portava i proventi dell’attività professionale in due conti correnti esteri – in Repubblica Ceca e in Slovenia -, attivati con ogni probabilità per non rendere facilmente tracciabili i flussi monetari e sfuggire ai controlli. L’imprenditore scledense, pur mantenendo un tenore di vita elevato, aveva un debito con l’erario di 7,5 milioni di euro, corrispondente a ben 63 cartelle esattoriali da onorare. Facile ipotizzare che, consigliato da qualche sedicente “consulente” dedito a crimini finanziari, il 65enne contasse di far perdere le tracce dei ricavi intascati mantenendo gli agi di cui in effetti ha beneficiato a lungo, almeno fino alle indagini iniziate nel 2018. Il sequestro per equivalente ammonta infine a 1.686.879,82 euro.
Il provvedimento riguarda sia l’impresa che il titolare, mettendo i sigilli nel dettaglio a 6 immobili, 4 in società di capitali, due autovetture di lusso (Mercedes GLC 250 e Mercedes cabrio S500), 5 carte di debito e 13 orologi originali di pregio e di varie marche tra cui Rado, Hamilton, Versace, Festina, Bulova, Scuderia Ferrari ed Omega. L’imprenditore, infatti, era un collezionista, anche se in 11 casi ha acquistato incautamente delle vere e proprie “fregature”, vale a dire modelli contraffatti ad arte che al contrario esibiva orgogliosamente in una teca in casa propria. Ora si trova in libertà ma indagato per omessa dichiarazione fiscale, occultamento o distruzione di scritture contabili e di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.