Foibe, storico incontro fra Mattarella e lo sloveno Pahor sul Carso triestino
Il presidente della repubblica Sergio Mattarella e il suo omologo sloveno Borut Pahor sono incontrati a Basovizza, sul Carso triestino e hanno deposto una corona di fiori alla foiba di Basovizza, dove si stima che i partigiani jugoslavi abbiano gettato duemila italiani tra militari e civili.
L’evento ha un grande valore storico: Pahor è il primo presidente di uno dei Paesi nati dalla disgregazione della ex Jugoslavia a commemorare le vittime italiane delle foibe. I due presidenti hanno osservato un minuto di silenzio dandosi la mano. Il gesto è ricambiato cedendo la proprietà di un luogo simbolo dell’identità slovena, il Narodni Dom, che cent’anni fa, il 13 luglio 1920, venne incendiato dai fascisti. Il protocollo di intesa è stato firmato in Prefettura. E’ un risarcimento che arriva dopo cent’anni.
“La storia non si cancella, e le esperienze dolorose sofferte dalle popolazioni di queste terre non si dimenticano. Proprio per questa ragione il tempo presente e l’avvenire chiamano al senso di responsabilità”. Lo ha detto Sergio Mattarella a Trieste davanti al suo omologo sloveno Borut Pahor, dopo la firma di un memorandum per la restituzione del Naordni dom, cento anni dopo l’incendio che lo distrusse. “A compiere una scelta tra fare di quelle sofferenze patite da una parte e dall’altra l’unico oggetto dei nostri pensieri, coltivando risentimenti e rancore, oppure al contrario, farne patrimonio comune nel ricordo e nel rispetto, sviluppando collaborazione, amicizia, condivisione del futuro – ha proseguito il presidente – Al di qua e al di là della frontiera, il cui significato di separazione è ormai per fortuna superato per effetto della comune scelta di integrazione nell’Unione europea, al di qua e al di là del confine sloveni e italiani sono decisamente per la seconda strada, rivolta al futuro. In nome dei valori oggi comuni: libertà democrazia pace”, ha concluso il Capo dello Stato.
Prima di tornare a Roma il Capo dello Stato ha incontrato i rappresentanti delle associazioni degli esuli.