Barista invita le clienti impazienti a indossare la mascherina: scoppia la rissa
Dalla richiesta del rispetto delle regole alla rissa da far west. Che provoca 4 mila euro di danni ai gestori del locale “Mark-One Bistrot” di Breganze e il ricorso alle medicazioni in ospedale per una cliente intervenuta in veste di paciere, spintonata da alcune donne di etnia sinti particolarmente aggressive. L’episodio di cronaca risale a giovedì 9 luglio ma è venuto alla luce ieri dopo la presentazione di una denuncia. Teatro dei fatti descritti il bar con ampio plateatico sito nell’area degli impianti sportivi in via Ferrarin, adiacente allo stadio, inaugurato da poco più di un anno e dove si ascolta buona musica live.
Non lontano sorge un accampamento di nomadi, i quali di tanto in tanto fanno tappa nel locale. Una “pacifica convivenza” almeno fino a ieri, come ha definito il rapporto il titolare Marco Chemello, dal sapore più di un armistizio siglato con l’aiuto di qualche bevanda dissetante offerta gratis sempre in ossequio al quieto vivere.
Succede che una delle donne che fa parte della comitiva si avvicina al bancone, indispettita dall’attesa, e nonostante i cartelli in cui si invita a indossare la mascherina di protezione si fa beffe della regola di prevenzione. Una pessima e scellerata abitudine, che in questo giorni d’estate si nota come “regola” anticonformista per troppi vicentini, soprattutto giovani ma non solo, convinti che il contagio dal virus non rappresenti più un pericolo da queste parti. Dalla richiesta di una barista da dietro il bancone, o rimprovero che fosse, ne nasce un diverbio. Poi si passa alle minacce esplicite:”Ti diamo fuoco al locale”, “Sappiamo dove abiti” e altre. Infine a spintoni, calci e ceffoni. Fino all’intervento dei carabinieri.
Il gruppo di clienti provenienti dal campo nomadi – allestito a poche decine metri dalla sede dei militari – era composto da una decina di persone, donne in maggior parte, uomini e bambini, appartenenti a un paio di nuclei familiari. Sono stati tutti identificati. Alcuni di loro si sono scagliati “in difesa” della parente buttando altra benzina sul fuoco, fino a venire alle mani. Per Chemello, uomo di stazza, difendersi è stato relativamente agevole, anche la moglie e contitolare Renata Bonollo se l’è cavata senza ferite, mentre è andata peggio per una cliente affezionata che intervenuta forse per placare gli animi, o perchè infastidita da tanta mancanza di rispetto civico e maleducazione. Per lei alcune escoriazioni superficiali, curate comunque in pronto soccorso.
Ieri i titolari del locale di Breganze, dopo aver raccolto la solidarietà di tanti compaesani e in generale da chi frequenta l’attività, hanno deciso di sporgere denuncia ai carabinieri. Un passo necessario ma frutto di una lunga riflessione: impossibile non temere ritorsioni visto il tenore delle minacce furiose di cui sono stati bersaglio. “Spero vengano allontanati o venga fatto qualcosa per calmarli – chiede il gestore a distanza di alcuni giorni dal fatto increscioso -. Questo non è un bel vivere nè per noi nè per gli altri cittadini”. Un appello già giunto al sindaco Manuel Xausa e alla stazione locale dell’Arma. Toccherà alle istituzioni locali e alle forze dell’ordine assumere provvedimenti adeguati alla loro tutela e vigilare. I danni sono legati alla frantumazione di una vetrina espositiva del bancone, tavoli, bicchieri e suppellettili varie.