La società dell’Hotel Adele a gestire i profughi nell’ex ristorante: 30 quelli in arrivo?
Svolta nella vicenda della maxi-struttura per richiedenti asilo che dovrebbero essere alloggiati a Sarcedo in un ex ristorante in disuso in via Primo Maggio: dovrebbero arrivarne 30 (non 50 come trapelato all’inizio) e la società che gestirà la struttura sarà quella dell’Hotel Adele di Vicenza, albergo “hub” che da anni d’intesa con la prefettura di fatto fa da centro di accoglienza iniziale nel capoluogo di provincia. “Un rappresentante della società ha precisato all’amministrazione che intende avviare un’attività di ristorazione al piano terra” spiega il sindaco Luca Cortese. Che non ci sta: “La facilità di cambiare il numero degli eventuali arrivi ci preoccupa e allarma. Stiamo parlando di persone. E ci sembra un cavallo di Troia utilizzato per tentare di ridimensionare il problema e avere un assenso dalla comunità locale”.
La vicenda tiene banco da un paio di settimane nel piccolo centro dell’Alto Vicentino. Sarcedo aveva aderito nel 2015 al protocollo prefettizio per la micro-accoglienza, qui è avviato da tempo un progetto di inserimento con un piccolo gruppo di richiedenti asilo che svolgono anche lavori di pubblica utilità, seguiti dalla cooperativa Con Te. Cortese ieri sera assieme ad un gruppo di cittadini e ad altri esponenti altovicentini del comitato Prima Noi ha partecipato con un collegamento da Sarcedo alla trasmissione Dalla Vostra Parte di Rete 4. Il sindaco, con una nota, ieri ha fatto sapere che l’arrivo dei richiedenti asilo a Sarcedo per alcuni giorni è sospeso: “Il collocamento per la prefettura al momento è bloccato”. Cortese rimane fermo nella sua posizione: “I sarcedensi sono cittadini che hanno diritti che devono essere rispettati. Sembra che la questione per i soggetti privati sia esclusivamente legata alla realizzazione di un business che ricadrà con costi sociali altissimi sulle spalle della nostra popolazione. Comunità, sindaco e amministrazione sono stati tenuti all’oscuro di questo “progetto” che a detta della società sembra iniziato a novembre 2016. Il Comune rifiuta categoricamente questo tipo di accoglienza che non considera le esigenze dei propri residenti e dei richiedenti asilo. L’amministrazione ha tenuto fino ad ora una linea coerente, ferma e di trasparenza assoluta con i propri cittadini. Non possono essere i Comuni a sobbarcarsi responsabilità che sono di altri enti superiori che hanno mezzi economici e politici per poter risolvere questo tipo di tematiche. In ogni caso l’Amministrazione non ritiene che il numero di 30 persone sia congruo: lo stabile oggi può accogliere massimo 10 persone (come già comunicato alla prefettura)”. Infine, per il sindaco “il numero di 30 non è conforme agli impegni presi dalla prefettura di Vicenza nel Protocollo d’intesa sottoscritto per l’accoglienza diffusa dei richiedenti asilo e rifugiati”. Nei giorni scorsi il tema è stato dibattuto anche con gli altri sindaci altovicentini: è emerso che in realtà il protocollo firmato aveva una scadenza ed è già stata superata. Franco Balzi, sindaco di Santorso, ha evidenziato come l’unico “freno” agli arrivi di massa sia l’adesione alla rete Sprar nazionale (micro-accoglienza) per la quale il governo ha previsto che le prefetture debbano attenersi alla regola di un massimo di 3 profughi ogni mille abitanti. Comunque, Cortese nell’intervento di ieri ribadisce che i municipi altovicentini torneranno a parlare di tutto questo a Vicenza a parlare col prefetto Umberto Guidato: “Una delegazione di sindaci dell’Alto Vicentino farà visita al prefetto per solidarietà al Comune di Sarcedo e per chiedere in modo univoco all’organo di governo il rispetto degli impegni presi”.
Sul caso di Sarcedo ieri è intervenuto nuovamente il comitato Prima Noi, organizzatore con altri di una manifestazione nel piccolo paese nei giorni scorsi. “Alzare la voce solo ora dopo essersi resi collaborativi con i responsabili del disastro in corso, è una furbata che lascia il tempo che trova – fa sapere il portavoce Alex Cioni – ma personalmente ho apprezzato il sindaco perché c’ha messo la faccia. Pur tuttavia se non siamo d’accordo nel dire che la quasi totalità dei cosiddetti profughi non avrebbero nemmeno il diritto di essere definiti richiedenti asilo, e quindi di fare domanda, in quanto immigrati economici, non ne usciamo. Non c’è altra via: o si sta dalla parte della opposizione netta e lucida senza se e senza ma, o si sta con i fautori dell’immigrazionismo suicida che di fatto alimenta le tensioni sociali e la guerra tra poveri che la sinistra al governo sostiene di contrastare”.
Intanto, il neo costituito “Comitato dei cittadini per Sarcedo” ha in programma per questa sera alle 20 un incontro pubblico al centro culturale di piazza Vellere.