Zonin, cinque ore di interrogatorio. Dalla Regione 600mila euro per sostegno legale e psicologico ai risparmiatori
Interrogatorio di quasi cinque ore stamattina per Gianni Zonin nella sede della guardia di finanza a Vicenza. L’ex presidente della Banca Popolare di Vicenza è accusato di aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza con riferimento alle indagini sul crack della banca vicentina. Entrato verso le nove e mezza, Zonin ha lasciato la caserma dopo le 14: bocche cucite all’uscita, sia da parte del diretto interessato che dell’avvocato Enrico Ambrosetti.
600mila euro dalla Regione per sostegno legale e psicologico. Intanto la Giunta regionale del Veneto ha approvato oggi la delibera con cui contribuisce alle spese di consulenza e assistenza legale dei cittadini danneggiati dall’acquisto di azioni, obbligazioni o altri prodotti finanziari delle Popolari venete, quelli che non hanno accettato la tranazione offerta dalle due banche.
La delibera sarà pubblicata sul Bur in uscita venerdì 24 marzo, data che segna l’apertura dei termini di presentazione delle domande di contributo. In totale la Regione ha stanziato 600 mila euro: 500mila sotto forma di contributi ad associazioni e comitati per l’assistenza legale e 100mila euro per il sostegno psicologico alle persone coinvolte nella crisi. “In questo momento siamo l’unica istituzione – ha sottolineato l’assessore al sociale Manuela Lanzarin – che sta intervenendo concretamente in aiuto ai risparmiatori danneggiati dal crack delle banche popolari venete. Il nostro è un intervento di solidarietà, rivolto ai cittadini più fragili e con minori possibilità economiche tra gli oltre 206 mila azionisti vittime dell’azzeramento del valore dei titoli della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. Con questa forma di aiuto indiretto, in forma solidaristica, e con il servizio di assistenza psicologica e medica garantiamo un sostegno a quanti inconsapevolmente hanno perso i risparmi di una vita e ritengano di non poter accettare l’offerta di transazione proposta dagli istituti di credito”.
I contributi. Possono far domanda di contributo solo le associazioni e comitati, costituiti ai sensi del Codice civile con regolare statuto e che rappresentino almeno 10 cittadini danneggiati dall’acquisto di prodotti finanziari delle due popolari venete. Le associazioni e i comitati non devono avere scopo di lucro e devono dimostrare di avere una convenzione in essere con uno studio legale o con un avvocato iscritto all’ordine, preferibilmente esperto in materia bancaria. L’intervento di assistenza legale attivato da associazioni e comitati deve essere rivolto a cittadini residenti in Veneto, con un reddito non superiore a 28 mila euro e che non dispongano di altri immobili oltre alla casa di abitazione, che abbiano investito in azioni non più di 80 mila euro per le persone singole (150 mila euro nel caso di nuclei famigliari) e che dimostrino di aver subito una rilevante perdita del proprio patrimonio nel periodo 2014-2016, a seguito dell’acquisto di prodotti finanziari presso sedi o filiali di Veneto Banca e/o della Banca Popolare di Vicenza. Le richieste di contributo vanno presentate entro il 23 aprile e la Direzione servizi sociali le esaminerà entro 45 giorni dal loro ricevimento. Associazioni e comitati riceveranno i contributi in due tempi (30 per cento subito e il 70 per cento a saldo) in base al numero dei cittadini rappresentati e alle spese di natura legale sostenute nei procedimenti di conciliazione e giudiziali. La rendicontazione dovrà essere presentata entro il 30 ottobre 2017. Solo successivamente la Direzione servizi sociali liquiderà il saldo.
“La Regione Veneto è stata di parola e garantisce a comitati ed associazioni la possibilità di esigere risarcimenti per migliaia di piccoli risparmiatori danneggiati dalla grave crisi delle due popolari venete di Vicenza e Montebelluna” ha sottolineato il presidente del Veneto Luca Zaia. “Nei limiti delle possibilità di intervento di una Regione a statuto ordinario – ha dichiarato Zaia – abbiamo predisposto un intervento di sostegno psicologico alle persone, individuato uno strumento di controgaranzia per il credito alle aziende e ora attivato un intervento, subito operativo, di assistenza legale indiretta, per sostenere le richieste risarcitorie dei piccoli risparmiatori. Di fronte ad un terremoto finanziario che ha seminato angoscia in centinaia di migliaia di famiglie e di aziende e che ha inferto al sistema dell’economia veneta perdite equiparabili a quelle subite in una guerra mi aspetto ora che anche lo Stato, attraverso le sue massime istituzioni economiche e finanziarie e gli organi di vigilanza, faccia la propria parte e aiuti il sistema creditizio locale a ripianare le perdite e a recuperare credibilità e solvibilità . Non vogliamo che a pagare il prezzo della crisi siano solo i risparmiatori e i piccoli azionisti”.