Coronavirus, stop di Bonaccini e Toti a De Luca: no ai blocchi tra Regioni
Sulla scia dell’avanzata del coronavirus, che viaggia ormai in Italia sui mille contagi al giorno, gli spostamenti tra Regioni tornano al centro del dibattito.
E se da una parte c’è chi ipotizza un nuovo blocco della mobilità, dall’altro c’è chi frena non ritenendola un’ipotesi valida. Al Meeting Cl di Rimini il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini risponde al presidente De Luca che ieri aveva paventato lo stop per la Campania a fine agosto.
“In questo momento mi pare di no. – esclude Bonaccini – Dopodiché si segue sempre l’evoluzione del virus e poi si discute tra Regioni e Governo. Bisogna sempre tenere monitorata la situazione perché quelli che parlano il giorno dopo mi hanno sempre fatto abbastanza pena”.
Ieri De Luca aveva lanciato l’idea, per ora scartata dal governo, durante una delle sue dirette Facebook . “A fine agosto – aveva dichiarato live contando i 68 contagi in più nella regione – vedremo se chiedere o no al governo di ripristinare la limitazione della mobilità intraregionale. Lo decideremo tra 15 giorni con grande determinazione, salvo i casi di motivi di lavoro o di salute. Ci regoleremo anche sui contagi nel resto d’Italia”.
Per il governatore dell’Emilia Romagna insomma la situazione, seppur in crescita, è ancora sotto controllo. “Rispetto agli altri Paesi europei – scandisce Bonaccini – siamo il Paese che sta arginando meglio la pandemia è vero, si è abbassata molto l’età media dei positivi seppure sono casi meno gravi di quando, mesi fa, avevamo i reparti di terapia intensiva pieni. Ma bisogna stare molto attenti ed evitare di dire che il virus è sconfitto: non lo sarà finché non avremo un vaccino”.
L’idea del blocco della mobilità non piace neppure al governatore ligure Giovanni Toti: “Non ritengo vi sia una emergenza clinico-sanitaria tale da presupporre o fare presagire ulteriori chiusure – afferma – Stiamo attenti, teniamo la mascherina, facciamo tutto quello che dobbiamo fare ma evitiamo di tornare a terrorizzare questo Paese che non ne ha bisogno”.
Ma non finisce qui. Perché i dubbi di De Luca vanno oltre la mobilità interregionale e investono anche la scuola. Il governatore della Campania oggi alza la voce sul rilevamento della temperatura agli studenti, che il governo vorrebbe avvenisse in casa. “Stiamo verificando con l’Unità di Crisi e con i responsabili della Pubblica Istruzione, di prevedere in vista della riapertura delle scuole, il controllo della temperatura corporea all’interno degli stessi istituti, ritenendo irrealistica la previsione nazionale del monitoraggio effettuato a casa”, scrive il governatore della Campania. “E’ in corso quindi un monitoraggio delle tipologie di classi e degli stessi istituti, sapendo che un alunno con febbre potrebbe avere un effetto a catena difficilmente gestibile – aggiunge – Inoltre questa mattina ho avuto un colloquio con il commissario Arcuri relativo all’obiettivo di poter arrivare a breve, con le dotazioni necessarie, fino a diecimila tamponi al giorno”.