Settantasettenne già ai domiciliari se ne va “in giro” fuori orario. Rischia il carcere
Dalla sua, per evitare un ordine di carcerazione, ha la carta d’identità che ne certifica l’età matura, per usare un eufemismo. Ma, anche a 77 anni, la custodia cautelare in regime di arresti domiciliari va rispettata, altrimenti il rischio che si paventa è di finire in quella che ai tempi in cui è nato si definiva anche come “gattabuia“. Tanto più per uomo accusato di resistenza a pubblico ufficiale e, ipotesi di reato ancor più infamante, di maltrattamenti a minori.
Toccherà ai giudici del Tribunale di Vicenza determinare quali provvedimenti saranno compatibili con lo stato personale di L.S., 77enne che risiede a Vicenza capoluogo. E che ieri pomeriggio, durante un controllo di routine, è stato colto “in fallo” dai carabinieri della Radiomobile con sede al comando di via Muggia.
Colto in fallo perchè non è stato rintracciato dove doveva essere, vale a dire nell’indirizzo indicato come domicilio dove il pensionato sta attendendo il processo e la (probabile) condanna per dei reati pendenti già citati. Sprezzante delle regole imposte dall’ordinamento italiano e ancor più incurante delle agevolazioni a cui un primo magistrato aveva attinto per evitargli il soggiorno nella casa circondariale di San Pio X, l’uomo se ne sarebbe andato in giro per i fatti suoi, in orario non consentito, rendendosi seppure temporaneamente irreperibile.
La pattuglia dei carabinieri incaricata della vigilanza e del controllo non ha potuto che attendere il rientro dell’anziano indagato, rimasto di stucco nel trovarsi di fronte le forze dell’ordine ad attenderlo sull’uscio di casa. Non certo per farsi offrire un caffè. Se è vero e verificabile che egli aveva facoltà di assentarsi per esigenze personali in alcune fasce orarie, nel caso di ieri la sua assenza dal domicilio cittadino non era giustificata. Avrà modo di spiegarne i motivi. Ha violato le prescrizioni imposte dalle legge, e anche di questo dovrà rendere conto in un’aula di giustizia.
Il nuovo reato previsto in circostanze simili corrisponde niente di meno che a quello di evasione, visto che le mura di casa facevano le veci di quelle del carcere. Difficile comunque che il renitente alle imposizioni possa davvero attendere in un penitenziario il pronunciarsi dei giudici, ma è chiaro che d’ora in poi dovrà rispettare a puntino le regole, da osservato (ancor più) speciale.