Nba, i Bucks boicottano gara-5 per il caso Blake: saltano i playoff. Si fermano anche baseball, calcio e tennis
Lo sport Usa incrocia le braccia in segno di protesta. A riaccendere le contestazioni contro le violenze della polizia negli Stati Uniti, a tre mesi dalla morte di George Floyd, è il caso Jacob Blake, giovane cittadino afroamericano rimasto paralizzato dopo essere stato colpito alla schiena sette volte, dai proiettili delle forze dell’ordine a Kenosha, nel Wisconsin. Una vittima innocente, secondo le ricostruzioni dell’accaduto statunitensi, colpito senza colpe.
Sono stati i giocatori dei Bucks, stretti intorno al loro leader in campo, Antetokounmpo, a lanciare nel campus di Orlando il primo sciopero della Nba. A pochi minuti dall’inizio di gara-5 tra Milwaukee e Orlando, i giocatori dei Bucks hanno deciso di boicottare la partita, rifiutandosi di scendere in campo e innescando un effetto domino che ha poi portato allo stop di tutti gli altri match dei playoff in programma nella serata (Houston Rockets-Oklahoma City Thunder e Los Angeles Lakers-Portland Trail Blazers). La Nba ha poi annunciato che le tre partite previste sono state rimandate a data da destinarsi, ma non sono state cancellate. Una decisione clamorosa dopo quanto successo a Kenosha. Non era mai successo.
La protesta ha coinvolto anche altri sport. Dopo il basket professionistico maschile e femminile, è stata la volta del baseball e del calcio. Sono state così posticipate tre partite della Major League di Baseball e cinque sfide della Major League Soccer, dopo il rifiuto dei giocatori di scendere in campo.
E a fermarsi è anche il tennis. Il Masters 1000 di Cincinnati, torneo maschile e femminile che precede gli US Open di settimana prossima, non andrà in scena nella giornata odierna: si ripartirà domani con le semifinali. Poco prima del comunicato da parte dell’organizzazione era arrivato un messaggio anche di Naomi Osaka, che aveva comunicato la sua decisione di non giocare la semifinale contro Elise Mertens. “Prima che essere un’atleta, sono una donna di colore. E come donna di colore credo che ci siano cose più importanti cui prestare attenzione piuttosto che guardarmi mentre gioco a tennis. Guardare il continuo genocidio della gente di colore per mano della polizia mi dà il voltastomaco. Non ne posso più di vedere spuntare un nuovo hashtag ogni giorno e sono stanca di ripetere sempre i soliti discorsi. Quando ne avremo abbastanza?”.