Covid-19, ecco le linee guida sanitarie regionali per la scuola. Zaia, “8 milioni per i trasporti”
“Dal punto di vista sanitario, tutto è pronto in Veneto per la riapertura delle scuole per il 14 settembre prossimo, data che rimane confermata, salvo improbabili e imprevedibili modifiche peggiorative della situazione, al momento inesistenti”.
Lo ha detto oggi il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia che, affiancato dall’assessore alla sanità Manuela Lanzarin, ha fatto il punto della situazione nel corso del consueto incontro con la stampa per gli aggiornamenti in materia di Covid-19.
“Abbiamo avuto stamattina una lunga videoconferenza con i direttori generali – ha rivelato il governatore – ai quali abbiamo chiesto la massima attenzione e rigore nell’applicare le indicazioni ricevute. Inizia una nuova avventura e nulla va lasciato al caso, fin dai minimi particolari, per dare ai nostri ragazzi e alle loro famiglie sicurezza e tranquillità”.
Le linee guida sono state illustrate dall’assessore alla sanità che ha spiegato come “si tratti di realizzare i contenuti di un’azione complessiva messi a punto dall’Istituto Superiore di Sanità; faremo al meglio tutto ciò che c’è da fare”. Al proposito, la Direzione Prevenzione della Regione ha inviato a tutto il sistema sanitario veneto, al direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, agli assessori e ai dirigenti regionali competenti, i documenti concordati a livello nazionale tra Stato e Regioni, accompagnandoli con una serie di importanti specificazioni e con una flow chart.
Si parte dall’importanza di una comunicazione tempestiva ed efficace tra i Dipartimenti di Prevenzione e il Sistema Educativo e dall’identificazione nell’ambito del sistema sanitario di figure professionali referenti Covid 19 per la scuola che, in collegamento con i medici medicina generale e pediatri di libera scelta, facciano da riferimento diretto con il dirigente scolastico o un suo incaricato.
In linea generale, il bambino (o l’operatore) che presentano sintomatologia sospetta per Covid-19 durante la presenza a scuola, dovranno essere allontanati dalla classe e fatti permanere in altro ambiente indossando la mascherina chirurgica. I bimbi attenderanno l’arrivo dei genitori e il caso dovrà essere preso in carico dal pediatra o dal medico di famiglia per la valutazione clinica, il test diagnostico e l’eventuale presa in carico dal sistema di assistenza e cura.
Per la riammissione a scuola o in servizio, si procederà in modo diverso a seconda dei casi. Per quelli con esito positivo del tampone si attende la guarigione clinica e la conferma di avvenuta guarigione con l’effettuazione di due tamponi risultati negativi a distanza di 24 ore l’uno dall’altro, con attestazione rilasciata dal medico di famiglia o dal pediatra. Per i casi con sintomi sospetti ed esito negativo del tampone, si attende la guarigione clinica seguendo le indicazioni del medico curante che redigerà, per il rientro a scuola, un’attestazione di conclusione del percorso diagnostico terapeutico raccomandato. Per i casi – invece – in cui lo studente è assente per condizioni cliniche non sospette per Covid, per la riammissione a scuole i genitori dovranno presentare una specifica autocertificazione.
La ricerca dei contatti e le eventuali disposizioni di quarantena partiranno dalla conferma del tampone positivo. Il Dipartimento di Prevenzione competente valuterà la strategia più adatta circa eventuali screening al personale scolastico e agli alunni, in considerazione della situazione specifica.
Annunciato da Zaia anche uno stanziamento regionale di 8 milioni di euro, che serviranno per far fronte alle prime spese per rafforzare i sistemi di trasporto (rivolgendosi anche al settore privato) rispondendo alla riduzione del 20% dei posti utilizzabili sui mezzi in servizio (fissata all’80’% della capienza). Per rimpiazzare il rimanente 20%, in Veneto servirebbero 500 mezzi in più (i cosiddetti “bis” di una volta) per un costo complessivo annuo di 30 milioni di euro solo per arrivare a fine anno.