“Smantellano il museo della Grande Guerra di Fusine”. Opposizione all’attacco

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Il Centro di documentazione di Fusine (foto del Comune di Posina)

Un’interrogazione sul destino del Centro di rappresentazione museale della Grande Guerra di Fusine. Sta per presentarla, a Posina, il gruppo di consiglieri comunali di opposizione di “Posina insieme si può”. Per il consigliere Alessandro Cortiana è in corso uno smantellamento e riconversione della struttura, ristrutturata e inaugurata nel 2008 con fondi pubblici e finalità museale: “Il motivo pare anche nobile, lo stabile verrà concesso alla Cooperativa femminile montana di Arsiero – scrive Cortiana – ma ci si si interroga se sia possibile spendere soldi pubblici con una finalità e poi destinare gli immobili che con quei soldi sono stati ristrutturati ad altri scopi. A questo si aggiunga che il Centro Museale di Fusine era stato presentato come il fiore all’occhiello di quell’iniziativa più ampia denominata Eco Museo della Grande Guerra eseguita con i finanziamenti della legge 78/2001 (Tutela del patrimonio storico della Prima Guerra Mondiale). Che ne è dell’obiettivo di lavorare con i Comuni contermini in un’ottica di integrazione dello sviluppo turistico legata agli eventi bellici di inizio secolo scorso?”

 

Di seguito il testo completo della nota di “Posina insieme si può”:

“Anche se pochi ne parlano, ad alcuni abitanti di Posina non sono passati inosservati i movimenti che da qualche giorno interessano il grazioso edificio in stile “liberty montano” che un tempo (ovvero quando dal punto di vista demografico anche in montagna le cose andavano meglio) ospitava le ex scuole elementari in piazza Libertà nella frazione di Fusine. Pare infatti che l’amministrazione comunale, abbia deciso sua sponte di smantellare il Centro di Rappresentazione Museale dedicato alla Grande Guerra che dall’estate del 2008, dopo un’inaugurazione in grande stile alla presenza di tante autorità, aveva trovato la propria collocazione proprio all’interno di questo edificio. Il motivo pare anche nobile, lo stabile infatti – la cui gestione è in capo alla neo costituita Fondazione Vivi La Val Posina di cui il sindaco è il presidente – sembra verrà concesso in affitto alla Cooperativa Femminile Montana di Arsiero che è in cerca di una sede dove trasferire il proprio laboratorio artigianale di pelletteria. Si aggiunga inoltre che l’amministrazione del sindaco Andrea Cecchellero, già un paio di anni fa aveva lamentato pubblicamente le difficoltà a gestire questa struttura.

Nonostante ciò sono molte le domande che sono pervenute al nostro gruppo consigliare da parte di alcuni paesani e cittadini dei comuni limitrofi interessati alla questione. I più si chiedono come sia possibile che quella che a tutti gli effetti è un’importante risorsa per il paese venga avvertita dall’amministrazione come un peso e non comprendono che cosa abbia impedito e impedisca alla stessa di individuare strategie di gestione più consone (vista anche la disponibilità a tenere aperto il museo a titolo volontaristico palesata in passato da alcuni residenti di Fusine). Altri ricordano che la ristrutturazione dell’edificio e l’allestimento del museo sono costati circa 250.000 euro e che la scelta delle ex scuole di Fusine era strategica non solo per le caratteristiche architettoniche dell’immobile, ma anche per la vicinanza ai monti Gamonda e Pelle, sui quali sono stati ripristinati alcuni manufatti del 1915-18. Ci si domanda dunque che fine farà questo investimento, dove verrà spostato il centro museale e come si riuscirà a garantire, tramite un’adeguata e funzionale ricollocazione degli arredi e della caratteristica pavimentazione, l’armonia espositiva che ha sempre colpito positivamente i suoi visitatori. Altri ancora si interrogano se sia possibile spendere soldi pubblici con una finalità e poi destinare gli immobili che con quei soldi sono stati ristrutturati ad altri scopi. A questo si aggiunga che il Centro Museale di Fusine era stato presentato come il fiore all’occhiello di quell’iniziativa più ampia denominata Eco Museo della Grande Guerra eseguita con i finanziamenti della legge 78/2001 (Tutela del patrimonio storico della Prima Guerra Mondiale). Che ne è dell’obiettivo di lavorare con i Comuni contermini in un’ottica di integrazione dello sviluppo turistico legata agli eventi bellici di inizio secolo scorso? Ecco allora che, pur comprendendo i bisogni della Cooperativa Femminile, in molti si domandano se fosse propriamente compito dell’amministrazione di Posina trovare una soluzione, visto tra l’altro che le socie lavoratrici impiegate provengono dall’intero territorio dell’Alta Val d’Astico e non solamente dal nostro comune. Noi come Posina Insieme Si Può stiamo per presentare un’interrogazione che sia il più circostanziata possibile e che faccia luce sull’intera vicenda.

Resta comunque il rammarico per il fatto che la scelta di smantellare il Museo da parte dell’Amministrazione avvenga proprio nel triennio del centenario della Grande Guerra, non ci pare questo il migliore dei modi per commemorare coloro che su queste montagne hanno combattuto e si sono sacrificati anche per noi”.

Posina insieme si può – Alessandro Cortiana