Collana d’oro strappata dal collo di una 76enne. I carabinieri stanano due complici
Un fatto di cronaca risalente allo scorso 31 agosto con vittima di una rapina un’anziana di San Pietro Mussolino potrebbe trovare giustizia, grazie alle indagini dei carabinieri della vicina stazione di Crespadoro. Ad oggi si contano tre denunciati in seguito a questo episodio, che fruttò come bottino una collana in oro del valore di circa 1.000 euro, e si sospetta che la giovane coppia autrice materiale sia legata anche ad altri eventi criminosi analoghi avvenuti negli ultimi giorni sempre nel Vicentino.
Vittima di quella che in un primo momento si poteva definire come la nota “tecnica dell’abbraccio”, è stata una pensionata di 76 anni del paese. La quale, dopo essersi rifiutata di ricevere un gesto affettuoso non richiesto da parte di una ragazza sconosciuta, si è vista aggredire dalla stessa strappandole con forza il monile dal collo.
La denuncia a carico di ignoti risale allo scorso lunedì 31 agosto, vale a dire a quando la donna si recò presso la caserma dell’Arma nell’Ovest Vicentino per raccontare l’illecito di cui era stata vittima nel corso della mattina. La minuziosa ricostruzione dei fatti e l’altrettanto dettagliata descrizione della giovane malvivente hanno consentito agli investigatori di risalire con ragionevole convinzione alla responsabile della rapina, e a un complice che l’attendeva in auto per poi dileguarsi in coppia. Una terza persona, ritenuta prestanome intestataria del veicolo, finisce anch’essa nel registro degli indagati dopo la visione dei filmati di sorveglianza che ha permesso ai carabinieri di risalire agli indagati.
Di ieri la notizia che gli stessi militari erano giunti a compimento del loro lavoro a tutela della cittadina dell’alta vallata del Chiampo, facendo spiccare le denunce nei confronti di due giovani – già sposati – di origine ispanica la cui nazionalità precisa non è stata resa nota: si tratta di P.A., giovane donna di soli 19 anni, e di M.D. (21), entrambi in Italia senza fissa dimora. Pur trattandosi di persone irregolari sul territorio nazionale, viaggiavano a bordo di una autovettura con targa italiana, risultata poi intestata ad un prestanome. Si tratta di M.M. 53enne bresciano risultato intestatario di decine di auto in realtà nella disponibilità di vari pregiudicati. Per lui l’accusa è di favoreggiamento.
Tutti e tre gli indagati, norme dell’ordinamento alla mano, rimangono a piede libero. E, chiaramente, anche a “mani libere” con il timore che possano ripetere gli atti già compiuti in passato. I due autori materiali (presunti) della rapina di San Pietro Mussolino sono sospettati infatti di altri fatti analoghi avvenuti nei giorni successivi sempre nell’Ovest Vicentino. Difficile pensare che si trattasse di altri malviventi ad adottare la stessa “tattica”, ma serviranno prove certe per collegarli anche a questi misfatti recenti di cronaca.