Confindustria Bonomi: “Nuovo grande patto per l’Italia”. Conte: “Allenza tra pubblico e privato”
Il leader degli industriali a 360° alla conferenza di Confindustria a cui ha preso parte anche il premier Giuseppe Conte. Per Carlo Bonomi “Serve un nuovo grande patto per l’Italia”. Dopo “25 anni di stasi” bisogna puntare su una “nuova produttività. E’ su questo concetto ampio di produttività che si devono concentrare le azioni e le politiche dei prossimi anni, con l’obiettivo di massimizzare il ruolo di motore dello sviluppo del sistema delle imprese e del lavoro, e dare nuova centralità alla manifatture”.
Quindi Bonomi chiede al Governo di sottoscrivere un patto con Confindustria. Un patto che richiede “una visione alta e lungimirante”. “Servono scelte per l’Italia del futuro. Scelte anche controvento. Serve il coraggio del futuro”.
Poi una frecciata a Conte che aveva detto “se sbaglio sull’utilizzo del Recovery Fund, mandatemi a casa”. “Se si fallisce, nei pochi mesi ormai che ci separano dalla definizione delle misure da presentare in Europa, non va a casa solo lei – dice rivolto al premier – andiamo a casa tutti perché il danno per il Paese sarebbe immenso. Non ce lo possiamo permettere. E’ tempo di azione comune, oppure non sarà un’azione efficace”. E ricorda: “Presidente lei ha detto ‘se sbaglio sull’utilizzo del Recovery Fund mandatemi a casa’. No signor presidente, se si fallisce non va a casa solo lei, andiamo a casa tutti” ribadisce.
Serve inoltre “una profonda” riforma degli ammortizzatori sociali e una ristrutturazione del reddito di cittadinanza, tema sul quale “abbiamo inviato a metà luglio a governo e sindacati una proposta dettagliata, cui finora non abbiamo visto seguito”. La proposta, sottolinea Bonomi, si ispira al varo di vere politiche attive del lavoro, smontando la parte di Reddito di cittadinanza non destinata al contrasto alla povertà ma destinata in teoria alle politiche del lavoro che però, di fatto, per constatazione ormai unanime non funziona”.
E ancora Bonomi si chiede: “Perché passare alla tassazione diretta mensile solo per gli autonomi? Facciamolo per tutti i lavoratori dipendenti, sollevando le imprese dall’onere ingrato di continuare a svolgere la funzione di sostituti d’imposta addetti alla raccolta del gettito erariale e di essere esposti alle connesse responsabilità”.
“Su Quota 100 no ai ritocchi che gravano sui giovani” chiede ancora il leader degli industriali. Avere una visione significa, all’esaurirsi di Quota 100 tra un anno, “non immaginare nuovi schemi previdenziali basati su meri ritocchi, come leggiamo quando si parla di Quota 101, cioè nuovi regimi che continuerebbero a gravare sulle spalle dei più giovani”, ha osservato Bonomi parlando dell’anticipo pensionistico.
Il premier Conte nel suo intervento è invece tornato sulla pandemia di Covid-19. “In Italia abbiamo afferrato da subito che sarebbe stato impossibile porsi il problema della tutela del tessuto produttivo trascurando la salute delle persona. Lo abbiamo capito sin da quando i lavoratori si sono rifiutati di entrare in fabbrica, e non eravamo ancora al lockdown”. Per questo “abbiamo afferrato un principio fondamentale: non si può tutelare l’economia senza tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini”.
Poi il premier sottolinea la necessità di riformare, aggiornare e specializzare la Pubblica Amministrazione con assunzioni non generiche, ma mirate e sollecita un’alleanza tra pubblico e privato sulla scia di casi di successo come quello della Germania.
E’ poi necessario un controllo della spesa pubblica, anche attraverso una piattaforma digitale, accessibile ai cittadini, per controllare direttamente lo stato di avanzamento delle opere. “Ci doteremo per il nostro piano di ripresa e resilienza di uno strumento normativo ad hoc che, ci garantisca un monitoraggio trasparente e tempi di attuazione certi”, ha aggiunto Conte.