Linfoma killer spegne la vita di Matteo a soli 24 anni. Lavorava come receptionist sul Garda

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Matteo Bonomo, in una foto che lo ritrae di fronte ad un albergo in cui lavorava sul Lago di Garda

Si è già celebrata la cerimonia di saluto per una ragazzo valdagnese al quale la vita non ha sempre sorriso, ma alla quale lui stesso ha saputo sorridere negli anni in cui ha rincorso le sue aspirazioni e si suoi sogni. Il ricordo di Matteo Bonomo, da parte dei familiari, genitori e fratelli, è stato struggente, toccando le profonde corde del cuore così come accade sempre quando una giovanissima esistenza si conclude prematuramente, lasciando chi resta tra i dubbi e il dolore.

A 24 anni il suo percorso terreno si è concluso a causa di un linfoma, un tumore che si è portato via il suo futuro nell’arco di circa 9 mesi, dopo l’individuazione di quel male che lo attanagliava subdolo e silente dallo scorso inverno. A nulla sono valse le cure e le terapie portate in campo in più ospedali veneto: la malattia ha avuto il sopravvento.

A raccontare la triste vicenda che riguarda il giovane valdagnese d’origine è stato oggi il Giornale di Vicenza, che ne ha tracciato un profilo e ricostruito gli incroci con gli ostacoli di salute che gli erano stati contrapposti dalla sorte sin dalla tenera età, poi superati, fino alla fine dell’anno scorso. Nei primi mesi del 2020 la spola tra gli ospedali aveva interrotto la  sua carriera professionale appena intrapresa nel settore alberghiero, dopo gli studi superiori tra Valdagno e Bardolino, viaggiando parecchio per fare esperienza e portare avanti la professione di receptionist che aveva scelto, forte della sua conoscenza delle lingue straniere studiate a scuola.

Di recente aveva lavorato nelle stagioni estive sul Lago di Garda, nella località turistica di Limone per la catena alberghiera Parc Hotels Italia, ma era stato anche ad Ortisei lo scorso inverno. La prossima professionale tappa in vista sarebbe stata sull’Altopiano di Asiago, un un nuovo hotel, prima che la malattia gli precludesse l’avvenire che stava progettando come qualsiasi giovane della sua età.

Grande appassionato di musica, suonava più strumento ma in particolare la batteria. Aveva dedicato il suo tempo libero ai più piccoli come animatore in passato, nel centro di Valdagno. Amava anche lo sport, praticava tennis e nuoto come ha ricordato il padre Stefano Bonomo, dirigente della casa di riposo Villa Serena di Valdagno. Oltre al papà lascia la madre Roberta e i due fratelli Luca e Greta, uniti e sorretti l’un l’altro come non mai per superare questi giorni di dolore, dopo mesi di speranza e apprensione ad intrecciarsi fino al triste epilogo recente.