Pensionata “affamata” di denaro raggira un coetaneo che assisteva da un anno
Oltre due mesi di indagini per andare a colpo sicuro, e smascherare il subdolo piano di una donna vicentina di 73 anni, ora denunciata alla Procura di Vicenza, prima che la sua arguzia mettesse a segno il “colpo finale”. Quest’ultima non si era fatta scrupoli delle condizioni psicofisiche di un pensionato suo conoscente, che seguiva in vesti di badante, spillandogli a più riprese denaro e preziosi fino a raggiungere un valore complessivo di circa 5 mila di euro.
Non contenta, nel tardi pomeriggio di ieri si era recata presso un istituto bancario per portare delle pratiche a nome dell’anziano di cui aveva conquistato la fiducia e forse più, sembra per procedere all’intestazione di una polizza con lei stessa come beneficiaria. Su questo aspetto si attendono ulteriori verifiche sulla documentazione. Motivo per cui i carabinieri che già dal cuore dell’estate monitoravano la vicenda, dopo i sospetti dei parenti che avevano notato gli ammanchi in casa, hanno deciso di intervenire.
I fatti si sono svolti a Montecchio Maggiore, emersi a partire dai primi giorni di agosto ma si protraevano in ipotesi da circa un anno. In pratica dal momento in cui era iniziata questa collaborazione tra pensionati coetanei, alla stregua dell’assistenza come badante. Modi affabili e gentili, una condotta insomma amorevole che è era finalizzata a conquistare la fiducia dell’uomo, non in grado di sostenersi e che via via ha concesso sempre più libertà all’assistente, divenuta oramai quasi un’inquilina. Disponendo liberamente anche di una parte dei suoi averi fino a mettere in atto un illecito ai confini con la truffa.
Cifra ragguardevole per un umile pensionato, estorta predisponendo una serie di raggiri e inganni articolati che la vittima non poteva cogliere, in virtù della sua condizione generale di salute mista a ingenuità e fiducia verso il prossimo. A porre fine a quello che si è configurato con i contorni del reato di circonvenzione di incapace sono stati i carabinieri della compagnia di Valdagno, in particolare gli uomini della tenenza castellana: sono stati loro ieri a fermare la 73enne prima che chiudesse il cerchio a suo favore, accompagnandola in caserma e chiudendo così, una volta per tutte, il “rubinetto”.
L’artefice dell’ingranaggio lento ma illecitamente vantaggioso – sono B.M. le sue iniziali – mirava a “dissanguare” dal punto di vista economico la vittima, limando il suo patrimonio personale senza farsi troppi scrupoli. Questo secondo le accuse da cui l’indagata a piede libero dovrà difendersi in aula di giustizia. I parenti dell’anziano raggirato, probabilmente sconsolato oltre che derubato dopo l’allontanamento forzoso di chi di lui si prendeva cura da quasi anno, porteranno fino in fondo la denuncia a suo carico, chiedendo anche la restituzione del maltolto.