Il bosco di Asiago ottiene la certificazione Fsc per la gestione responsabile del patrimonio forestale
Con i suoi 6 mila ettari di superficie, il bosco di Asiago è da oggi la seconda e più grande foresta veneta certificata dal Forest Stewardship Council (Fsc), la Ong che ha dato vita ad un sistema di certificazione riconosciuto a livello internazionale che si traduce nel rispetto di regole per una gestione del patrimonio boschivo rispettosa dal punto di vista ambientale, benefica a livello sociale ed economicamente efficace. Una certificazione che si inserisce in un solco importante, tracciato da due suoi illustri frequentatori, Mario Rigoni Stern ed Ermanno Olmi, entrambi sostenitori di un rapporto più intimo, confidenziale ed armonico con la Terra, i suoi ritmi e i suoi fragili equilibri. L’ufficializzazione dell’ottenimento della certificazione è avvenuta oggi nella sede della Provincia di Vicenza.
Fsc dal 1993 riconosce infatti prodotti che impiegano legno proveniente da foreste e piantagioni gestite in maniera corretta e responsabile. Il bosco di Asiago è il secondo bosco veneto certificato, dopo i 320 ettari dell’Associazione Forestale di Pianura, che interessa le pinete di Eraclea Mare e Porto Santa Margherita, e il più grande bosco planiziale del Veneto (120 ettari dei boschi Prasaccon e Bandiziol di San Stino di Livenza).
Il bosco. La proprietà del Comune di Asiago, ora certificata, occupa la porzione centrale e nord-orientale dell’Altopiano. Grazie alla tradizionale gestione locale – prima sotto la Reggenza dei Sette Comuni e della Serenissima Repubblica di Venezia, e poi dello Stato Italiano –, ad un’attenta pianificazione e all’applicazione di criteri di sostenibilità risulta oggi una delle estensioni forestali più importanti del Veneto. Uno degli aspetti che ha condizionato maggiormente l’area è stata la prima guerra mondiale, che ha provocato la distruzione del 60% del patrimonio forestale. Dal 1921 è iniziata poi una massiccia opera di ripopolamento, che ha portato nel tempo i boschi all’attuale struttura e composizione: le strutture forestali oggi variano dal bosco misto di faggio e di abete rosso e bianco, a quello puro di abete rosso, con tutto il corredo tipico delle piante del sottobosco. Alle quote più alte predomina invece il lariceto e il mugheto. La gestione responsabile di questa risorsa preserva da secoli un immenso contenitore di biodiversità, che fornisce legname da lavoro e per uso domestico, cibo e riparo per la vasta gamma di specie animali che la popolano durante tutte le stagioni dell’anno: i ‘Cives’, la popolazione che vive nell’area del Comune di Asiago e che ha il diritto ad usare gli scarti delle utilizzazioni come legna da ardere, sono stati fondamentali in questo, ed hanno mantenuto vivo l’interesse verso le risorse presenti sul territorio fino ai giorni nostri.
La certificazione Fsc. Il marchio Fsc garantisce la gestione responsabile delle aree boschive secondo alti standard ambientali, sociali ed economici. Dal Comune di Asiago è stata ottenuta a marzo di quest’anno come parte integrante del piano di gestione di forestale chiamato ‘Piano di Riassetto’, con validità 2011 – 2021 (che ha tra gli obiettivi l’integrazione gestionale tra le aree a vocazione produttiva e le aree di conservazione, il coinvolgimento delle popolazioni locali, il mantenimento degli stock di carbonio, la produzione di legname di alta qualità e e la valorizzazione di prodotti forestali non legnosi). Sono state quindi individuate le aree ad alto valore di conservazione, identificate attraverso l’usuale consultazione con esperti locali e questionari proposti alla popolazione. Le altre zone sono invece destinate a scopi produttivi: il principale prodotto è il legno di alta qualità di abete rosso, abete bianco e larice, usato prevalentemente come legname da opera; come prodotto secondario o di scarto si ricava invece legna da ardere di faggio. “Un primo passo per il Veneto – afferma Diego Florian, direttore di Fsc Italia – e un enorme contributo alla cultura di gestione responsabile delle foreste nel nostro Paese. La certificazione di gestione forestale responsabile dei boschi del Comune di Asiago corona un rapporto tra uomo e bosco che esiste da secoli: un legame che traspare dalle pagine di molti racconti di Mario Rigoni Stern ed è tutt’oggi visibile”.
“La certificazione Fsc è il risultato di un percorso condiviso, che interessa tutti gli asiaghesi; questo progetto parte da un concetto storico che ha un unico filo conduttore, ovvero che la comunità è custode del proprio patrimonio. Da qui la valorizzazione del bosco come risorsa primaria e come elemento della comunità” ha dichiarato il sindaco di Asiago, Roberto Rigoni Stern.
“Un riconoscimento non solo per Asiago – ha aggiunto il consigliere provinciale con delega all’ambiente, Matteo Macilotti – ma per l’intero territorio provinciale: il marchio Fsc è infatti garanzia di gestione sostenibile e di rispetto dell’ambiente, con ricadute che si possono e si potranno misurare in termini ambientali, sociali e, non da ultimo, economici Per questo l’augurio è che Asiago sia solo il primo di tanti altri Comuni vicentini che vorranno certificare il proprio patrimonio forestale: la Provincia è disponibile sin d’ora a fare da coordinatrice di una rete virtuosa, nella consapevolezza che il marchio tecnico sottindenda una cultura sempre più attenta e sensibile ai valori ambientali”.
La superficie forestale certificata Fsc in Italia attualmente è di 52.245 ettari e su scala internazionale raggiunge circa 187 milioni di ettari in 80 Paesi. Il ruolo trainante in quella che viene chiamata Catena di Custodia spetta ai settori carta (produzione e commercio) e stampa-editoria. Seguono gli arredi e i componenti per mobili. Tra il 2009 e il 2013, le imprese certificate, in senso generale, hanno visto i loro fatturati aumentare mediamente del 3,5%, quelle non certificate del 2%: le certificazioni portano in dote, cioè, uno ‘spread’ positivo di 1,5 punti percentuali. Ancora meglio nell’occupazione, dove lo spread arriva a 3,8 punti percentuali: le aziende certificate hanno visto crescere gli addetti del 4%, le altre dello 0,2.