Barbiere gratis per chi ha l’attività chiusa a causa del Covid-19: a Schio c’è l’artigiano solidale
Parte da Schio l’ #artigianosolidale, una singolare iniziativa in favore dei lavoratori e delle partite Iva messi in ginocchio in questi giorni dalle chiusure previste dal Dpcm anti-covid della scorsa settimana.
A lanciarla, sperando di diventare un esempio per altri, è un giovane barbiere, Giuseppe Miglioranza, 35 anni, originario di Santorso (ma che da poco vive a Marano) e ha il suo salone in via dei Nogara a Schio.
“In un momento così difficile per molte attività – racconta “Geppe” (come lo chiamano gli amici) – questa volta mi sento fortunato per il fatto che il mio settore non sia stato penalizzato nuovamente e per questo mi sento in dovere di fare un gesto ‘nel mio piccolo’ di solidarietà e aiuto ai titolari di piccole attività del territorio, come la mia, che si sono viste chiudere o ridurre il proprio mezzo di sostentamento o che stanno avendo difficoltà economiche dovute all’adeguamento al nuovo Decreto”.
Ecco allora l’idea: per tutto il mese di novembre e dicembre Miglioranza dedicherà mezza giornata a settimana del suo tempo e del suo lavoro di barbiere offrendo un servizio gratuito alle persone che in questo momento si sono viste chiudere le attività lavorative, come ristoratori, allenatori, agenzie viaggi, lavoratori dello spettacolo e chi lavora nelle piscine e nelle palestre.
“Chiedo quindi onestà e sincerità, senza speculazioni: per chi ha bisogno ci sono, in un momento così dobbiamo aiutarci e sostenerci. Spero che altri miei colleghi e altre attività nel loro piccolo aderiscono a questo progetto. E invito chi ha bisogno a non vergognarsi nel chiedere, perché chi sa chiedere sa anche dare, quindi dobbiamo sostenerci in questo piccolo scambio”.
Il messaggio è chiaro: in un momento difficile, di forte preoccupazione e anche di rabbia, bisogna mettere in atto azioni positive. “Abbiamo tutti la possibilità di fare qualcosa per gli altri ma non viene mai fatto, e poi in questo momento dobbiamo sostenerci concretamente. So che questo mio gesto può essere visto come una cosa straordinaria, ma io che ho viaggiato in paesi più poveri. Nel lockdown di marzo sono rimasto bloccato a Cuba e son potuto rientrare solo ad aprile: in centro America ho capito l’importanza della solidarietà reciproca”.
Ieri nel suo esercizio sono arrivati i primi due “clienti” a cui “Geppe ha tagliato i capelli gratuitamente: i due bimbi di una mamma che in questo momento non sta lavorando. Ora si spera che l’iniziativa dell’ “artigiano solidale” si propaghi e diventi, questa sì davvero molto contagiosa.