Bimba di 2 anni ingurgita cocaina e cannabis della madre e finisce in ospedale
L’episodio è stato tenuto deliberatamente nascosto, come chiuso a chiave in cassetto, per quasi tre mesi vista la delicatezza delle condizioni in cui versano le dirette protagoniste della vicenda. Un evento accidentale, avvenuto in un’abitazione dell’Altovicentino, che poteva tramutarsi in una terribile tragedia. Con vittima una bimba di nemmeno due anni, figlia di una donna con problematiche legate alla tossicodipendenza, finita in ospedale in estate dopo aver “assaggiato”, se così si può dire, non meglio precisate dosi di droga in possesso di chi l’ha messa al mondo.
Il fatto incriminato, su cui i carabinieri di Malo hanno chiuso la prima fase delle indagini, risale ai primi del mese di agosto, quando una bambina è stata ricoverata in pronto soccorso sotto evidenti effetti di sostanze stupefacenti. Rischiava seriamente la vita a causa dell’intossicazione dopo aver ingurgitato, forse per gioco o per emulazione come può capitare a quell’età, sostanze cannabinoidi e anche della cocaina. Pericolosissima quest’ultima per l’organismo, come accertato dalle analisi di laboratorio durante il ricovero.
La madre è stata denunciata per lesioni personali e abbandono di minori. Oltre allo shock iniziale per aver rischiato a causa della sua condizione problematica di provocare danni irreparabili alla figlioletta, dovrà quindi affrontare un tortuoso percorso nelle aule di giustizia del Tribunale di Vicenza. Oltre all’iter di recupero imposto dei Servizi Sociali, con la possibilità concreta che la piccola venga affidata a strutture specializzate per la tutela dei minori. La donna denunciata in stato di libertà, peraltro, era già gravata da altri precedenti specifici come hanno rivelato i carabinieri dopo aver chiuso il fascicolo d’indagini accurate.
A mettere “nero su bianco” quanto avvenuto ai primi di agosto è stato il referto medico certificato dal personale sanitario dell’ospedale di Santorso. La bimba di circa 22 mesi presentava uno stato alterato al suo ingresso in pronto soccorso: in pratica era sotto gli effetti delle droghe assortite ingerite poco prima, su cui si è lavorato urgentemente per liberare il metabolismo ed evitare così danni per la sua salute. Escluso il concorso diretto della madre incauta, però ugualmente ritenuta responsabile per aver lasciato le sostanze vietate su un ripiano facilmente accessibile anche per un bimbo di 2 anni, così come di fatto è accaduto.
Fondamentale il contributo dei medici del nosocomio “Alto Vicentino”, sia in termini di pronto intervento sanitario per aver salvato la figlia della ragazza tossicodipendente, sia per aver informato come da presupposti di legge i militari della compagnia di Schio. Sin da subito i rappresentanti dell’Arma si sono fatti carico della vicenda, avviando le indagini e raccogliendo tutte le testimonianze utili per tracciare il quadro completo e le condizioni di vita di madre e figlia. I servizi sociali, immediatamente attivati, hanno affidato entrambe alle cure di una comunità di recupero. Il caso, per la sua gravità e insieme delicatezza, è costantemente seguito dalla Procura di Vicenza.