L’addio ad Antonio Guglielmi, il superstite dei lager che tornò a piedi dalla Germania
Se ne è andato pochi giorni prima di compiere 94 anni, portando con sè i ricordi di una lunga vita ma anche quelli vissuti in prima persona degli orrori delle deportazioni, uno dei sopravvissuti vicentini ai lager nazisti. La piccola comunità di Grumolo Pedemonte, a Zugliano, ha salutato ieri Antonio Guglielmi, zuglianese classe ’26 che fu uno dei giovani della zona rastrellati dalle armate tedesche sulle Bregonze e costretto ai lavori forzati tra il 1944 e 1945.
Dalla Germania tornò a piedi, secondo i racconti dell’epoca, sfigurato dai mesi di stenti vissuti lontano da casa e dal viaggio compiuto tra mille peripezie. Antonio è stato lucido testimone a lungo per le generazioni venute al mondo in seguito, emblema della sofferenza umana.
A Zugliano e nell’Altovicentino la sua storia e quella dei 18 giovani deportati della Seconda Guerra Mondiale è rimasta come chiusa in un cassetto. Non tutti, purtroppo, tornarono dalle rispettive famiglie in condizioni di salute tali da sopravvivere e chi lo fece a fatica ebbe modo di ritornare sull’incubo vissuto in prima persona. Antonio Guglielmi – come per molti altri – mantenne per decenni il riserbo, fino a convincersi già in tarda età dell’importanza di lasciare ai posteri la descrizione inconfutabile di quei mesi amari di sofferenza e del sacrificio dei coetanei.
“Ha saputo raccontare con semplice efficacia la banalità del male – così il sindaco locale Sandro Maculan – e nel contempo i piccoli gesti di solidarietà umana che gli hanno permesso di sopravvivere, di tornare e di mantenere uno sguardo positivo sulla sua lunga esistenza. Una bella testimonianza che merita di essere conosciuta e ricordata.
Antonio mi ha raccontato le sue vicende in occasione di una visita in occasione del suo 90esimo compleanno. Merito poi al prof. Giannico Tessari l’aver approfondito in questi anni le vicende storiche narrate da Antonio, che hanno permesso ad altre 17 famiglie del nostro territorio di conoscere le vicende del rastrellamento delle Bregonze avvenuto nell’agosto del 1944, quando ben diciotto giovani dell’alto vicentino furono internati in Germania (qualcuno non fece ritorno o morì poco dopo il rientro in Italia)”.
In quella maledetta estate di ritorsioni e sangue – era il 26 agosto 1944 – Guglielmi era poco più che un’adolescente che fu strappato a genitori e fratelli ad appena 17 anni. Per oltre un anno non si vide più nella sua terra, fino a quando apparve emaciato e al limite dell’irriconoscibile alcuni mesi dopo la fine del conflitto. Da sopravvissuto, dopo la prigionia, il lavoro forzoso nel lager e l’abbandono a se stesso dopo la liberazione.
Nel 2018 il prefetto di Vicenza gli consegnò e mise al collo la medaglia d’onore a nome delle istituzioni e in seguito eguale onorificenza è stata riconosciuta a tutti e 18 ai discendenti dei i giovani e ragazzi delle Bregonze, di Carrè, Zugliano e Lugo, di cui Guglielmi era l’ultimo rimasto in vita.