Attacco al Borussia: l’attentatore voleva speculare in Borsa
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[bs_notification type=”success” dismissible=”true”]Your content here.[/bs_notification]Svolta sul movente dell’attacco al pullman della squadra di calcio del Borussia Dortmund in Germania. L’attentatore dell’autobus non sarebbe un terrorista islamico né un hooligan neonazista e neppure un estremista di sinistra. È invece un ventottenne di origini russe che voleva intascare quasi quattro milioni di euro, scommettendo sul fatto che ammazzando i giocatori e l’allenatore della squadra della Bundesliga avrebbe fatto crollare il titolo in Borsa. L’uomo, noto al momento come Sergej W. è stato arrestato stamane con l’accusa di aver attentato alla vita di venti persone.
A portare al fermo sono stati una serie di errori compiuti dal russo. Poco dopo l’esplosione violentissima, avvenuta a pochi metri dall’albergo, nel mezzo del mostruoso trambusto generale, Sergej si era recato con aria tranquilla al ristorante e aveva ordinato una bistecca.
Nei giorni precedenti invece, al momento del check in aveva protestato perché la sua stanza non dava sulla strada. Si era accontentato quindi di una camera nel sottotetto ma con vista su quello che aveva pianificato come luogo dell’attentato. Ed è da quella finestra, probabilmente, che ha innescato le tre bombe che hanno dilaniato la fiancata del bus e ferito alla mano Marc Bartra.
Infine la mossa che lo ha incastrato, ovvero, Sergej ha condotto un’operazione finanziaria che, lo ha inchiodato grazie al wifi dell’albergo, che ha rivelato la sua identità digitale attraverso l’ IP. Il russo, ha scommesso sul ribasso del titolo della squadra del Borussia, ben 78mila euro.
Comdirect, la banca attraverso la quale l’aspirante terrorista finanziario ha fatto l’operazione, lo ha segnalato alla polizia perché sospettava un’operazione di riciclaggio di denaro sporco. Se l’attentato fosse riuscito, il ritorno economico sarebbe potuto essere di 3,9 milioni di euro. Al vaglio degli inquirenti ora la possibile presenza di altri due complici, che potrebbero aver affittato l’auto per trasportare il materiale esplosivo.