I vaccini influenzali scarseggiano, 30 mila dosi in Regione grazie ai farmacisti veneti
L’incontro odierno tra Regione Veneto e le associazioni di categoria che riuniscono le sigle dei farmacisti attivi nelle sette province ha sortito gli effetti che si auspicava il sistema sanitario territoriale: la quota di 30 mila dosi di vaccino antinfluenzale destinato in origine alle farmacie private saranno lasciati ad Azienda Zero, per la distribuzione capillare nel territorio.
Tamponando così un’emergenza attuale dettata dalla difficoltà di reperimento del vaccino stagionale, la cui somministrazione è iniziata a fine ottobre per la fascia della terza età e altre persone fragili, colpite da patologie debilitanti. A fronte di una richiesta impennatasi rispetto agli anni precedenti, con difficoltà di reperimento delle dosi in larga scala nelle aziende farmaceutiche produttrici e fornitrici abituali.
Un atto di responsabilità nei confronti della popolazione, quello compiuti dai rappresentanti di Federfarma Veneto, Farmacie Unite Veneto e Assofarm Veneto, come ha spiegato l’assessore veneto alla Sanità Manuela Lanzarin, a margine dell’incontro tenutosi nel pomeriggio di giovedì. “I nostri farmacisti hanno fatto questa scelta dimostrando un grande spirito di squadra, rendendosi conto della difficoltà della situazione, e lasciando queste dosi a disposizione del sistema sanitario pubblico. Li ringrazio – conclude Lanzarin, “braccio destro” del presidente regionale Luca Zaia da inizio emergenza in virtù della sua delega in ambito ssanitario – anche a nome delle migliaia di persone ancora a rischio alle quali sarà possibile erogare l’antinfluenzale”.
I rappresentanti delle diverse categorie presenti oggi al tavolo delle trattative hanno “eletto” come unico portavoce unico Andrea Belllon, veneziano presidente di Federfarma Veneto. “Nell’incontro di oggi – commenta a nome delle sigle presenti – la Regione ci ha manifestato l’impossibilità di garantire alle farmacie ‘aliquota di dosi di vaccino antinfluenzale analoga a quella consegnataci negli anni passati. Ancora una volta le farmacie venete hanno voluto dare un segnale di vicinanza alle fasce più deboli della popolazione in un momento in cui non vi sono vaccini per tutti. Per questo, ed in considerazione del momento di emergenza, abbiamo accolto le motivazioni della Regione”.