Il Governo scricchiola sotto le bordate di Iv sul Recovery. Conte, pronto alla verifica
“Supereremo la tempesta e ne usciremo migliori”. Lo ha detto premier Conte che ha fatto gli auguri al ‘Corriere del Mezzogiorno’, mentre la tensione nella maggioranza non si placa. “Noi a differenza di altri – dice Luigi Di Maio – non minacciamo le crisi di governo ma agiamo nell’interlocuzione con Conte e Gualtieri, lo facciamo nell’ottica di fare risultato, non di sfasciare tutto”.
Conte si prepara infatti ad aprire la verifica di governo che, potrebbe portare a un rimpasto e al Conte ter. Ma Goffredo Bettini del Pd è chiaro: “Se cade questo governo in questa legislatura non potrà essercene un altro. Meglio il voto, di fronte al quale ognuno si assumerà le proprie responsabilità. Occorre arrivare a un’alleanza diversa, a un governo più politico, unito da un sentire comune e da un programma da realizzare insieme. E che non consideri il Recovery Fund una torta da dividere ma un’occasione”.
A causare lo strappo le richieste di Iv, di togliere di mezzo la cabina di regia sul Recovery Fund e la struttura sulla cyber security. Ma il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, getta acqua sul fuoco dopo le parole di Renzi. “Una crisi al buio che non prospetta alcunché di buono per il futuro. La conclusione dell’esecutivo sarebbe un’avventura pericolosa”, sottolinea Zingaretti che si dichiara disposto, tuttavia, a migliorare “l’azione del governo”. “In piena emergenza e con ancora le code avvelenate del contagio del Covid-19, non è prioritario il tema degli assetti, degli organigrammi, degli equilibri di potere. Non ci interessa tutto questo”, spiega ancora il segretario.
Matteo Salvini intanto, apre all’ipotesi di un governo di unità nazionale che conduca gli italiani alle urne. “Renzi non lo commento più, penso che in Italia di lui si fidino in tre. Gli ultimatum di Renzi per me valgono più o meno zero. Noi siamo preoccupati perché tutto il resto d’Europa sta correndo, sta vaccinando, sta investendo. In Italia abbiamo un governo fermo e litigioso che parla di rimpasto e legge elettorale”.
Dalla posizione di Salvini prende le distanze Giorgia Meloni di FdI che, al contrario, esclude categoricamente qualsiasi ipotesi di accordo fra il suo partito e l’asse costituito da Pd-M5s. “Lo scenario dei governi ponte è irrealizzabile. Qualsiasi governo nascesse oggi arriverebbe a fine legislatura, e tre anni sembrano un ponte tipo quello di Messina. Questo governo reggerà comunque fino a gennaio, se non regge dopo per noi -avverte Meloni- si può solo votare”.
A stretto giro arriva però la precisazione di Salvini: “Io non voglio andare al governo con Conte, con il M5S, con il Pd, con Renzi. Ho mandato un whatsapp a Conte dicendo semplicemente ‘siamo a disposizione’. Siamo preoccupati in particolare per la scuola, non vorrei che il 7 gennaio si tornasse ai problemi di settembre. Mi ha risposto ‘troverò il modo, vediamoci’”.
E sul Recovery Fund Salvini sottolinea: “Non arriveranno 209 miliardi tutti insieme, l’anno prossimo ne arriveranno 17 se va tutto bene. Sono soldi che dovremo restituire, quindi è fondamentale che vengano spesi bene e serve un governo in grado di farlo. Per me è prioritario costruire il ponte sullo Stretto di Messina”.