Una lettera di scuse 4 mesi dopo il dramma. L’investitore di Angela scrive ai genitori
Il 54enne di Chiampo che domenica 16 agosto scorsa travolse e uccise Angela Vignaga, adolescente di Castello di Arzignano che passeggiava tranquilla con il cagnolino vicino a casa in una serata estiva, ha scritto una lettera da consegnare ai genitori della 16enne. Giunta tra le mani di mamma e papà attraverso il parroco di Nogarole, paese vicino, sulla cui strada per raggiungerlo si consumò un dramma terribile che cosse non solo la comunità di Arzignano ma tutta la vallata.
Luciano Vaccari, il carrozziere con attività a Chiampo che tentò per per 48 ore di occultare ogni prova fino a quando la task force di carabinieri e polizia locale raccolse elementi inconfutabili di prova fino a metterlo spalle al muro, avrebbe compreso quanto accaduto e si sarebbe pentito. Mettendo nero su bianco le proprie scuse, e chiedendo perdono ad una famiglia distrutta dal dolore della perdita di un umano fiore appena sbocciato. E che, anche oggi a 4 mesi da quella terribile domenica, piange un vuoto incolmabile.
Da alcuni giorni l’investitore di Angela, che non versa in buona salute, è tornato nella propria casa, agli arresti domiciliari, dopo il carcere e l’affido a una struttura specializzata. La moglie lo ha riaccolto. La studentessa fu investita con dall’auto di Vaccari, una Fuat Panda, rimanendo esanime sul ciglio della strada in via Broggia. Nessuno le prestò soccorso nell’immediato: trascorsero probabilmente almeno una ventina di minuti prima che qualcuno si accorgesse di un corpo disteso a fianco della recinzione. Ma era già troppo tardi.
Il suo carnefice dopo averla travolta non si fermò, con la probabile “complicità” di un mix di alcol e velocità elevata, e forse non si rese conto della tragedia che aveva provocato. Così avrebbe dichiarato, almeno, agli investigatori che lo torchiarono. Oggi il rimorso di non aver tentato di salvarle la vita dopo il violento urto alle spalle gli divora la coscienza, proprio nei giorni in cui è tornato al proprio domicilio, a poche centinaia di metri dal luogo della tragedia e dall’abitazione della famiglia Vignaga. Dove per la prima volta non ci sarà Angela a scartare i regali di Natale insieme agli altri figli, ricordando però il calore della gente che si unì per la fiaccolata in sua memoria, che coinvolse centinaia di vicentini.
Ad oggi Vaccari risulta formalmente solo come indagato, per quanto la responsabilità di quanto accaduto la sera del 16 agosto sia fuori discussione visto il quadro di indizi a suo carico e le ammissioni di colpa successive all’arresto, avvenuto circa 48 ore dopo. Proprio lunedì sul posto della disgrazia si è cercato di ricostruire la dinamica dei fatti con una prova sul “campo”, che farà parte degli atti del processo, con presenti carabinieri, legali e consulenti di parte. Intanto per il 54enne i mesi trascorsi in solitudine gli hanno permesso di rimettere in ordine quanto accaduto e focalizzare l’attenzione sull’unico gesto lecito da compiere: chiedere scusa. Lo ha fatto attraverso un testo scritto di proprio pugno, il cui contenuto nel dettaglio rimarrà riservato, come è giusto che sia.
Quello che tanti arzignanesi e parte della stampa hanno definito come killer, assassino, pirata e altro ancora all’indomani della morte della giovane liceale, oggi, finalmente, ha fatto la cosa giusta. Gli unici giudizi che contano, da desso in poi, saranno quelli contenuti della sentenza finale del Tribunale, l’eventuale risposta della famiglia Vignaga e, infine, quello divino, per chi crede – e sono sicuramente la maggioranza – anche in quel tipo di giustizia che non abbisogna di alcun verdetto. Al primo tocca valutare le accuse mosse per omicidio stradale, omissione di soccorso e fuga; a papà Diego e mamma Elisa il compito di considerare la pietà del perdono; al Padre Eterno o chi per lui certificare la bontà del pentimento e l’espiazione.