V-Day, 135 operatori vicentini immunizzati. Tra loro Mantoan, ex Dg delle Ulss venete
Il tanto sospirato vaccino anti-Covid, il primo disponibile, prodotto e commercializzato dai laboratori della multinazionale americana Pfizer-Biontech, è stato somministrato ieri a 135 operatori sanitari vicentini di diversa estrazione professionale e provenienza. In tre diverse “location”, allestite in altrettanti ospedali, a partire dalle 11.30, dopo l’arrivo del convoglio “sottozero” scortato dalle forze dell’ordine: al San Bortolo di Vicenza, al San Bassiano di Bassano del Grappa e all’Alto Vicentino di Santorso, messi in quest’ordine decrescente in base al numero di dosi inoculate secondo la distribuzione decisa dalla governance sanitaria della Regione Veneto. Che ieri ha avuto a disposizione una quota di 875 vaccinazioni complessive, di queste 135 destinate al Vicentino nelle due Ulss 7 e 8, 35 in più rispetto a quelle annunciate alla vigilia.
Tra i vari spunti di polemiche assortite emersi domenica nel “rullo di tamburi” mediatico che ha spettacolarizzato in maniera discutibile e accompagnato l’evento su emittenti e testate nazionali e locali, spicca la presenza tra i vaccinati della prima ora di Domenico Mantoan, vicentino ex n°1 della sanità veneta ora passato alla direzione dell’agenza nazionale Agenas. C’è anche lui, infatti, tra i beneficiari della vaccinazione, avvenuta proprio al San Bortolo di Vicenza, con tanto di scatto fotografico a testimonianza della sua adesione alla campagna di vaccinazioni. Una sorta di testimonial, insomma. “Si tratta – dichiara lo stesso Mantoan attraverso il portale governativo di Agenas – di una grande giornata che aspettavamo da tempo. Ora andiamo avanti con il piano vaccinale che prevede di mettere in sicurezza, nel più breve tempo possibile, operatori sanitari e sociosanitari nonché residenti e personale delle Rsa per anziani”.
Un “caso spinoso” salito alla ribalta in Veneto, quello del 63enne originario di Brendola, ex direttore delle Ulss del Veneto, al pari di quanto avvenuto in Campania, con il governatore Vicenza De Luca. Indicazioni di protocollo di somministrazione alla mano, nessuno dei due sarebbe stato inserito nelle fasce di priorità. Vivaci discussioni hanno suscitato anche i criteri di distribuzione dei primi vaccini: ne sono stati assegnati 90, infatti, all’Ulss 8 Berica ed esattamente la metà, 45, a quella Pedemontana: suddivisi in 25 al San Bassiano – ma con i centri di Asiago e Marostica da annoverare in questa quota – e “solo” 20 a Santorso, Covid-center sulla carta e dove il maggior numero di personale sanitario risulta impiegato in prima linea nei cinque reparti dedicati ai malati di coronavirus.
ULSS 8. Polemiche immancabili a parte, tutto è filato liscio nella mattinata di domenica denominata V-day. Mentre da oggi arriveranno più consistenti carichi di speranza, dopo la tornata limitata e “simbolica” di ieri. Guardando ai primi vicentini tra gli operatori sanitari che hanno dato disponibilità – su base volontaria – a ricevere la somministrazione della prima dose di vaccino (su due), in ordine di tempo rimarrà agli annali per la nostra provincia l’infermiera di Isola Vicentina Libera Fietta, di 32 anni, in cima alla lista a Vicenza. Tra i medici del San Bortolo anche il dottor Vinicio Manfrin, primario di Malattie Infettive, il quarto in ordine di apparizione, poi spazio a dottori, infermieri e personale Oss anche degli ospedali di Arzignano, Valdagno e Noventa.
ULSS 7. Come accennato sono stati 45 tra medici, infermieri e altri operatori i soggetti a cui è stata iniettata la prima dose di antivirus nelle due sale allestite per l’occasione in altrettanti ospedali, con appuntamento futuro fra 21 giorni dopo per la replica. Tra loro sono stati 17 i medici (9 a Bassano, 8 a Santorso), 22 gli infermieri (12 a Bassano, 10 Santorso), 4 tecnici di strumentazione e 2 operatrici sociosanitarie. Nella quota riservata al polo bassanese vanno sono comprese anche figure operative all’ospedale civile di Asiago e in quello di comunità di Marostica. Già entro la giornata di lunedì si attendono comunque altre 2.850 dosi disponibili per coprire un’ulteriore “fetta” di popolazione ospedaliera e di distretto, oltre a iniziare una prima distribuzione nelle case di riposo del bacino pedemontano, che diverrà capillare con la fornitura prevista di 3 mila fiale settimanali, salvo intoppi. Prima “dose” a Santorso andata al primario di Chirurgia, dott. Matteo Rebonato, per anzianità (ha 67 anni), mentre a Bassano a sovrintendere alle diverse fasi preliminari si è presentata l’assessore veneto alla Sanità, Manuela Lanzarin, che ha atteso il termine delle vaccinazioni per esprimere la propria soddisfazione per questo step tanto atteso. “Questo giorno è l’inizio di una rinascita che attendiamo da parecchi mesi – ha detto -. E non nego che gli ultimi sono stati duri”.