Il bar apre nel retrobottega: il brindisi in zona rossa costa 400 euro e la chiusura
A “stanare” chi trasgrediva alle disposizioni anticontagio, particolarmente stringenti nei giorni festivi in regime di zona rossa, sono stati gli agenti di polizia locale di Thiene, dopo che una clip video era stata postata sui social nella tarda mattinata di domenica.
Le riprese dalla smartphone di un cittadino di passaggio erano pienamente rispondenti alla realtà dei fatti: nel retrobottega di un bar thienese, infatti, poco prima qualcuno aveva “brindato” con dei bicchierini poi lasciati sui tavolini, contravvenendo del Dpcm in vigore per le festività.
Il blitz di una pattuglia del consorzio “Ne.Vi.” è andato in scena ieri, domenica 27 dicembre, intorno a mezzogiorno in un bar di via Santa Rosa, gestito da una famiglia di origine cinese. Il titolare, come è stato accertato dagli agenti che hanno verificato la segnalazione ricavata da un post pubblico, hanno redarguito il titolare dell’esercizio pubblico sanzionandolo inoltre con una multa da 400 euro. Riducibile a 280 euro se “saldata” entro cinque giorni lavorativi.
Come noto, in regime di “zona rossa” valido in tutta Italia nei giorni festivi e prefestivi, ma anche con la tonalità arancione che caratterizza i giorni feriali da oggi fino a mercoledì, le attività di somministrazione di cibo e bevande e di ristorazione possono solamente attivarsi per preparare consumazioni da asporto e con consegna a domicilio, escludendo altre modalità. In nessun modo, quindi, chi era presente all’interno del bar thienese ha potuto addurre motivazioni plausibili per giustificare la propria condotta e l’apertura, arrendendosi al “castigo” di natura pecuniaria decretato dai controllori. Ma anche all’ordine di chiusura obbligatoria per 5 giorni, a partire da oggi.
Come spiega una nota giunta dal comando di via Rasa, l’equipaggio giunto in via Santa Rosa ha raccolto elementi sufficienti per accertare che poco prima più persone si erano date appuntamento per il brindisi vietatissimo: a testimoniarlo i bicchieri alcuni vuoti e altri con ancora bevande alcoliche presenti sui tavolini esterni. L’unica accortezza adottata da chi ha trasgredito le normative anticovid, insomma, era stata quella di consumare gli alcolici nello spazio esterno del locale, ma nemmeno questo era consentito: dopo l’acquisto gli avventori dovevano immediatamente allontanarsi dal locale.