Nuovo decreto anti-covid: Italia arancione nel weekend. L’11 la ripartenza delle scuole superiori
Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto legge con le nuove misure anti-Covid che saranno in vigore dal 7 al 15 gennaio. Il weekend del 9-10 sarà in zona “arancione” per tutta l’Italia, mentre negli altri giorni sarà in vigore una fascia “gialla rafforzata”. È consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione, con esclusione degli spostamenti verso le seconde case ubicate in altra regione o provincia autonoma.
Il testo prevede anche l’abbassamento della soglia dell’Rt che fa scattare il posizionamento nelle diverse fasce e che sarà in vigore da lunedì 11. Il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia aveva già annunciato ieri pomeriggio “l’inasprimento delle soglie”. “Gli interventi fatti a Natale, ha spiegato, “hanno evitato che ci fosse in Italia il liberi tutti”. La revisione della soglia del Rt (con 1 in zona arancione e con 1,25 in zona rossa, ndr) “è stata condivisa da tutte le Regioni – ha dichiarato il ministro – perché tutti condividiamo la necessità di far scattare immediatamente le misure più restrittive quando si va oltre l’1. La certezza è che le zone non cambiano – ha poi ancora sottolineato Boccia – restano l’arancione, il giallo e il rosso. Fino al 15 gennaio ci sono queste misure. Tutte le valutazioni, compresa questa sulle aree bianche, sono sul tavolo, la prospettiva deve essere quella ma non certamente stasera. Tutti vorremmo tornare bianchi, ne discuteremo al momento opportuno”.
Per quanto riguarda il rientro a scuola, dopo una lunga mediazione, è stato deciso che tutte partiranno il 7 ad eccezione delle superiori che resteranno in Didattica a distanza. Rientreranno in classe al 50 per cento dall’11 ma sempre condizione epidemiologica permettendo. Saranno dunque decisive le comunicazioni che verranno date venerdì 8 dal monitoraggio dell’Iss, in quanto alle regioni rosse non verrà consentita la ripresa delle attività in presenza. Al momento, comunque, nessuna regione pare vicina alla soglia d’allerta.
L’11 gennaio “via di mezzo”. La questione del rinvio era stata posta dal Pd in seguito all’annuncio di alcune Regioni della decisione di non riprendere l’attività didattica il 7, una presa di posizione che aveva spinto il capodelegazione Dario Franceschini a chiedere il rinvio della ripresa delle lezioni frontali al 15 gennaio, provocando la durissima reazione delle ministre renziane Bellanova e Bonetti, allineate alle posizione espresse nel pomeriggio dalla collega Azzolina.
La discussione è esplosa anche sul dossier trasporti sollevato da più parti, in particolare da Italia Viva. Ed è finita nel mirino la ministra dem De Micheli. L’accusa è quella di aver ignorato l’esigenza di una riorganizzazione dei mezzi pubblici in vista proprio della riapertura delle scuole.