Scuole superiori: da domani in classe solo tre regioni
Per quanto riguarda le scuole superiori gran parte delle regioni hanno deciso di affidarsi ancora alla didattica a distanza ed altre, appena tre, rispetteranno invece le indicazioni del governo e si dicono pronte ad accogliere gli studenti delle superiori già da domani 11 gennaio.
Le porte delle scuole secondarie di secondo grado si apriranno quindi soltanto in Valle d’Aosta, Toscana e Abruzzo che hanno rispettivamente un indice di diffusione del contagio inferiore all’1, ad eccezione della Valle d’Aosta che è all’1,07 ma al terzo giorno consecutivo senza vittime da Covid.
Nel frattempo non si placano le polemiche di professori e ragazzi che chiedono il rientro mentre la Cisl ha invitato il governo a pianificare al più presto un piano vaccinale per il personale della scuola, in modo da poter far rientrare tutti il prima possibile. I rappresentanti del comitato “Priorità alla scuola” sono scesi in piazza per lanciare un appello all’immediata apertura di tutte le scuole con il contestuale potenziamento delle misure di prevenzione e protezione tra cui, appunto, anche il vaccino, come richiesto dai sindacati.
“Chi deve decidere se vaccinare il personale della scuola – le parole della segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi – lo faccia senza indugi con una proposta seria e di Governo. Tutti i professori e il personale che sistematicamente viene a contatto con gli studenti, deve essere coperto da misure anti contagio come il vaccino. Non possiamo perdere altro tempo – aggiunge la Gissi -: sono più di trecentomila i docenti che superano i 55 anni. Si parta subito con una seria programmazione. L’87% della platea di docenti si è reso disponibile. Se la scuola è importante, ora è arrivato il momento di dimostrarlo! #Vacciniamolascuola, facciamo tornare il sorriso ai ragazzi”.
Il trend generale tra i governatori, però, resta quello di mantenere chiusi gli istituti preferendo, per il momento, continuare le lezioni a distanza. E così oggi anche la Basilicata, ultima in ordine di tempo, ha deciso di sospendere le lezioni in presenza almeno fino all’1 febbraio, così come precedentemente avevano fatto Friuli Venezia Giulia, Marche, Sardegna, Veneto, Calabria e Sicilia.
Didattica a distanza fino al 18 gennaio, invece, in Lazio, Liguria, Molise, Piemonte e Puglia. Una settimana dopo, il 25 gennaio, potrebbero tornare in classe gli studenti di Campania, Emilia-Romagna, Lombardia e Umbria. Tutto, però, dipenderà dai dati epidemiologici e dai monitoraggi che seguiranno nelle prossime settimane, soprattutto dopo la ventilata nuova stretta del governo che prevederebbe zone rosse automatiche se l’incidenza settimanale dei casi fosse superiore a 250 ogni 100mila abitanti.