La concia piange Lino Dani, uno dei fratelli a capo dell’omonima famiglia industriale
A piangerlo e salutarlo oggi saranno insieme una grande famiglia estesa, di cui faceva parte Lino Dani, e anche la grande azienda del settore conciario che, con il suo lavoro quotidiano, negli anni ha contribuito a far crescere. Dopo che fu fondata dal padre Angelo nel 1950 e abbracciata in prima persona insieme ai fratelli. Oggi alle 14.30 a Chiampo si celebrano le esequie in sua memoria e per accompagnare il feretro del dirigente d’azienda, scomparso sabato scorso a 78 anni di età.
Da tempo era malato, colpito dalla subdola sindrome di Parkinson che ne aveva minato la salute negli anni della pensione. La cerimonia si terrà nel primo pomeriggio di oggi nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, alla presenza dei parenti più stretti e di alcune autorità, in ottemperanza al regime di emergenza sanitaria. In lutto tutto il personale del Gruppo di Dani Spa di Arzignano, con le partecipazioni al dolore giunte dal mondo del industria veneto in questi giorni.
A ricordarlo con messaggi di cordoglio e di tributo alla persona per chi lo conosceva più nell’intimo sono stati in tanti a partire da domenica, con il fratello Giancarlo, presidente di Dani Spa, a tracciare il suo personale ricordo. “Lino ci ha lasciati, meritava molto di più – scrive l’imprenditore, che non potrà partecipare al rito in quanto ricoverato in via di guarigione – ma purtroppo la malattia se l’è portato via velocemente. Mio fratello è sempre stato persona schiva, sconosciuta ai più, che non amava essere esposta preferendo rimanere nel dietro le quinte, a volte perfino nell’ombra. Lo definisco come un grande lavoratore, insieme a Paolo, il primo a presentarsi in azienda per aprire i cancelli al mattino. Era un buono tra i buoni, umile tra gli umili, dava tutto se stesso e non si lamentava mai. Ci mancherà tantissimo”.
Giancarlo, Paolo e il compianto Lino corrispondono a tre dei 6 fratelli Dani (su 9 in tutto) che hanno forgiato una struttura di livello internazionale nel settore della lavorazione della pelle, dando lavoro a circa mille persone. E dando vita a una vera e propria dinastia di industriali vicentini conosciuti da tutti nella vallata del Chiampo. A portarla avanti rimangono ancora in quattro, con i figli e nipoti, vegliati dagli altri cari congiunti saliti in cielo e legati da un filo invisibile che va oltre la vita e la morte.