La seconda ondata Covid fa impennare i decessi nel 2020. Ma c’è la ripresa delle nascite
Da un lato la crescita del numero di nuovi nati da una parte, ossia i 273 bebè scledensi doc venuti alla luce nel 2020; sull’altro versante l’incremento impietoso dei concittadini deceduti (559) nello stesso arco di tempo, registrato dagli uffici del Comune di Schio, con il concorso dell’epidemia di Covid-19. Suscitano emozioni e considerazioni contrapposte i dati resi noti dai servizi statistici del Comune di Schio: se la gioia di neomamme e neopapà non può che “contagiare” gli scledensi, rimane d’attualità la pressoché quotidiana annotazione di nonne e nonni – ma non solo loro – falcidiati dalla pandemia. Sono 113 i morti in più rispetto al 2019, con impennata nell’ultimo mese (dicembre).
Da tener presente, nell’interpretazioni delle cifre, l’incidenza della popolazione anziana con residenza personale proprio a Schio, anche in virtù di più strutture assistenziali residenziali – note come Rsa – che accolgono decine di pensionati altovicentini. Sul fronte delle nascite, invece, il dato in ripresa sorprende in positivo dopo aver toccato il “picco” al ribasso nel 2019. Nel complesso, la popolazione scledense scende a 38.782 abitanti, circa 200 in meno rispetto all’anno precedente, dopo che nel 2011 si sfiorava quota 40 mila (39.586 per la precisione). Il 12,42% sono cittadini stranieri, poco meno di 5 mila.
Nel dettaglio nel 2020 i nuovi nati sono +21 per un totale di 273 nascite (156 maschi e 117 femmine), quindi contro i 252 certificati di nascita emessi nell’anno precedente come elemento di raffronto. Che rappresenta ad oggi il limite più basso nel secolo in corso. Intanto arriva l’inversione del trend, da abbinare al benvenuto ai neonati che “ripopolano” la città di Schio sono le famiglie che la scelgono Schio come luogo dove vivere. All’estremo opposto, se il numero dei certificati di morte, per quanto fluttuante con aumenti sensibili nei mesi di marzo e aprile, sembrava fornire un aumento in linea con gli anni precedenti, è stato il mese di dicembre a sferrare un’impennata anomala di decessi: 114, a fronte di una media mensile al di sotto delle 40 unità. Indiscutibile la “mano armata” del Covid, killer spietato che nella seconda ondata non ha risparmiato la vita alle persone più fragili per età anagrafica o per compresenza di patologie pregresse.
“Si tratta di dati che devono essere considerati nella loro complessità tenendo conto di alcuni fattori importanti per evitare interpretazioni parziali. Le statistiche senza dubbio confermano l’aumento dei decessi nei mesi in cui la pandemia ha colpito più forte. In un Comune come Schio, però, che conta numerose strutture dedicate alla cura degli anziani, resi anagraficamente residenti in città, vien da sé che il potenziale dei decessi sia superiore ad altri comuni simili per caratteristiche generali, ma privi di queste strutture – precisa il sindaco Valter Orsi -. Un bel segno di speranza, però, arriva dalla ripresa delle nascite che speriamo mantenga un trend positivo anche nei prossimi anni e che fa emergere un ritorno al desiderio di famiglia della nostra comunità”.
Nei mesi di marzo e aprile 2020 in piena emergenza sanitaria con 50 e 54 decessi si è parlato di “eccesso di mortalità”, ma situazioni analoghe a Schio si erano già presentate in anni precedenti con incrementi di mortalità concentrati in un qualche mese isolato. Tuttavia, in tutti i casi osservati, nei mesi precedenti o successivi a queste “punte” le morti sono scese sotto la media annua di circa 37 morti/mese. Questo è accaduto anche l’arco temporale compreso tra maggio, giugno e luglio 2020. A una sovra mortalità di determinati periodi corrisponde una sotto mortalità di altri momenti, che nell’insieme riequilibrava i numeri nel loro complesso. Agosto e settembre 2020, poi, mostrano valori in linea con la media mensile storica per la città (37 e 38 decessi/mese). In altre parole, fino a novembre 2020, i valori dei decessi su base mensile sono rimasti contenuti nell’alveo delle fluttuazioni fisiologiche già accadute in passato a Schio.
Il “picco” importante che segna il 2020 come l’anno con il più alto numero di morti, però, si registra nel mese di dicembre con 114 decessi per un totale di 559 morti nel corso del 2020. Una cifra che determina un aumento di mortalità pari al +24,11% rispetto al quinquennio precedente (la media annua di decessi dal 2015 al 2019 è di 450,40). Ma attenzione: per operare confronti puntuali deve essere considerata la cosiddetta “struttura della popolazione per età”, ovvero il numero di anziani e grandi vecchi presenti in una comunità. Gli ultraottantenni oggi presenti in città sono 3.290 quando erano 2.822 nel 2015; gli ultranovantenni sono oggi 589, mentre nel 2015 erano 525. “Se si va a indagare la composizione dei morti del solo mese dicembre 2020, a prescindere dalle cause di morte di questi individui, scopriamo che 56 su 114 erano all’interno di strutture per anziani e che, tra loro, 17 sono stati ospedalizzati a Santorso – aggiunge Orsi -. Poi, 43 avevano oltre 90 anni, 48 erano tra gli 80 e gli 89 anni, 16 tra i 70 e i 79, e solo 7 avevano età inferiore ai 70 anni”.
Guardando ai dati della popolazione complessiva, infine, il 2021 si apre con 38.782 abitanti, ovvero con un calo di 203 unità rispetto l’anno precedente. Dal 2003, anno in cui il numero di abitanti aveva superato le 38.000 unità, l’incremento progressivo era stato più o meno costante. Dal 2008 al 2018, la popolazione di Schio si è mantenuta sopra le 39.000 unità e dal 2019 ha ripreso a calare così come sono diminuiti di 101 unità gli stranieri, che sono oggi 4.815 residenti. Rimane stabile il numero delle famiglie, con un aumento di 6 nuclei familiari, pari a 17.356 famiglie residenti. “Il dato totale sulla popolazione rispecchia perfettamente quello che è l’andamento nazionale – conclude il primo cittadino scledense -. Aver a disposizione questi dati analizzati puntualmente ci permette di avere in mano uno strumento fondamentale per poter impostare con lungimiranza le politiche amministrative”.