Covid/Veneto, i positivi attivi sono dimezzati in un mese. Discesa più lenta negli ospedali
E’ il tema degli attualmente positivi in regione a fornire un raffronto saliente e al netto di qualsiasi interpretazione: circa un mese fa tra i cittadini veneti si contavano 104.022 persone contagiate dal Covid-19 (al 23 dicembre), in isolamento domiciliare oppure ricoverate negli ospedali del Veneto, mentre nell’ultimo dato aggiornato a ieri risultano 53.557.
Questo significa che nelle sette province della regione sono poco meno di 50 mila le persone che si sono negativizzate e/o guarite nell’arco di 30 giorni, alle quali – purtroppo – vanno aggiunti gli oltre 2.500 decessi, un tributo di vite avvilente: il più alto in assoluto su base mensile da inizio epidemia.
Uno sguardo attento e consapevole orientato sul futuro prossimo quindi lascia lecitamente intravedere un orizzonte caratterizzato dalla speranza di ridurre ancora in progressione il numero dei positivi e quindi di abbattere i rischi di nuovi contagi, che negli ultimi report vengono annunciati con una media giornaliera di un migliaio (1.003 a ieri). Ma se si volge lo sguardo ai tre mesi addietro non si possono chiudere gli occhi di fronte ad una scia di vittime e al moltiplicarsi di casi di infezione che hanno disatteso quelle stesse speranze di “normalità ritrovata” foriere di illusioni l’estate scorsa.
Il decremento del numero di veneti attualmente positivi corre al galoppo, dimezzato dai critici giorni che precedevano il Natale con il picco massimo raggiunto e cinque giorni consecutivi sopra quota 100 mila. Da inizio pandemia superata la quota totale di trecentomila veneti infettati (302.489 per la precisione, il 6,2% della popolazione totale). Mentre indietreggia sì ma con andatura “al trotto” il numero dei pazienti ancora assistiti in ospedale, che in certi poli sanitari rimane stabile risentendo di nuovi ingressi in particolare dei primi di gennaio. Anche qui va tenuto conto dell’alto numero di decessi (ieri 108 con dato riferito alle 24 ore precedenti, sarà l’ultimo numero “in coda” a calare) nel conteggio dei ricoverati complessivi, a giovedì scesi a 2.798, di cui 333 in terapia intensiva, circa mille in meno rispetto al periodo più critico registrato intorno al 10 gennaio, post festività.
“Sono preoccupato che questi dati, che posso definire come buoni dal punto di vista del calo dei contagi, non vengano letti come il problema è risolto. Dobbiamo rimanere molto attenti. So di essere ossessivo su questo tasto – ha dichiarato Luca Zaia nella conferenza stampa – ma invito i cittadini fino alla nausea indossare la mascherina ed evitare gli assembramenti”.