La Carbonara di Montecchio Maggiore
Tra i colli di Montecchio Maggiore e Sovizzo si apre una larga insenatura pianeggiante nota ai più come la Carbonara: terra dal carattere rurale, votata ai vigneti e ai seminativi. È qui che spesso la gente della città viene a cercare la quiete passeggiando sulle strade di campagna.
Ad essere precisi, la località Carbonara corrisponde solo a una parte di questo territorio, ma per sineddoche si denomina tutta la valle stretta tra le alture di Sovizzo Colle, Sant’Urbano e Santissima Trinità fino al colle dei Castelli di Giulietta e Romeo.
La toponomastica forse richiama la passata usanza di produzione del carbone con la realizzazione delle carbonaie, cataste di legna disposta sapientemente, di forma conica e ricoperte di terra che venivano poi accese e lasciate bruciare lentamente per giorni dai carbonari.
Provenendo da Montecchio si sfiora l’elegante Villa Cordellina e si imbocca la stradella di Via Campestrini; poco prima alcune deviazioni sulla sinistra consentono di salire al glabro cocuzzolo vulcanico del Monte Nero e alle storiche fontane del Ferro e della Nova.
Si apre ora una larga vista sulla pianura della Carbonara, mentre alla propria sinistra si stagliano gli iconici Castelli della Bellaguardia e della Villa, meglio noti rispettivamente come quello di Giulietta e Romeo.
Ci si trova ora in località Campestrini. In posizione leggermente elevata si nota la Villa Zanovello, notevole casa di campagna secentesca nei pressi della quale si trova il piccolo Oratorio dedicato a San Pietro in Vinculis. Da qui una carrareccia porta al Roccolo, l’insellatura posta tra il colle dei castelli e il Monte Longo dal quale si gode di una mirabile vista sui suddetti castelli e l’abitato di Montecchio Maggiore.
Passato il Palù si attraversa il ristretto nucleo abitato di Bastia Bassa, mentre nel frattempo la strada si porta sotto il monte. Nel versante opposto domina la chiesa di Sovizzo Colle, posto su una lingua collinare che lentamente digrada fino alla pianura. Nelle fredde mattine autunnali, allorquando la nebbia bassa si infiltra nella Carbonara, la vista è pari a quella di un promontorio che emerge dal mare.
La località successiva è la vera e propria Carbonara, annunciata dal Monte della Colomba sul quale si trovano una croce e i ruderi di un’antica chiesetta. Verso sinistra si protende uno stretto lembo di pianura ai piedi della frazione di Santissima Trinità, mentre ai piedi del Monte della Colomba si trovano un capitello e un maneggio. Le abitazioni sono più sporadiche e lasciano spazio ai campi. Aggirato il Monte della Colomba si raggiunge in breve la parte più distale della zona pianeggiante, allo sbocco della Val Caussa. Su per questa valletta si inerpica una stretta stradina che consente di raggiungere un’altra frazione di Montecchio: Sant’Urbano.
È qui vicino che nasce il Rio Mezzarolo, il quale poi scorre verso sud tra gli appezzamenti piegando verso Sovizzo.
Giunti alla testata della Carbonara si costeggia il versante opposto già in comune di Sovizzo: si attraversa la località Strabusene e si abbandona la strada asfaltata che sale ai Castegnini per percorrere una capezzagna che si mantiene in piano.
Il percorso è piuttosto regolare e in un paio di chilometri giunge alle porte della frazione di San Daniele di Sovizzo. Si attraversa un piccolo ponte sul Mezzarolo e giunti nuovamente sulla strada asfaltata si può far ritorno verso la Villa Cordellina con un percorso ciclo-pedonale.
Il percorso ad anello si sviluppa su strade normalmente poco trafficate e si può affrontare sia a piedi che in bicicletta. Oltre ai punti di interesse storico-artistico, come le due ville che si incontrano, sono notevoli gli scorci che si possono godere dell’ambiente di campagna e pedo-collinare. Inoltre i diversi sentieri che salgono sui colli soprastanti sono dei valevoli spunti per escursioni a due passi dalla città.