Tragedia sui binari a Mogliano Veneto: ventenne vicentina muore travolta dal treno
E’ una giovane vicentina la donna trovata senza vita ieri, straziata da un treno in corsa, lungo i binari ferroviari a 500 metri circa dalla stazione ferroviaria di Mogliano Veneto, in provincia di Treviso. A dare l’allarme sono stati i piloti del convoglio sulla tratta che collega la cittadina al capoluogo Treviso, intorno alle 14.30 di ieri.
Sul posto in via Sabbioni, ciclabile sterrata che corre parallela alle rotaie, si sono riversati i poliziotti della Polfer trevigiana, i quali hanno raccolto le testimonianze di chi pochi minuti prima della tragedia aveva avvistato la ragazza camminare lungo la stradina bianca che dal centro porta a un’area di campagna. Senza nulla che potesse far minimamente presagire a quanto sarebbe accaduto di lì a poco al passaggio del primo treno, che ha travolto la ragazza la cui età era stata descritta di circa 25 anni.
Le due ipotesi sul banco delle indagini indicano l’eventualità di un evento accidentale nel tentativo di attraversare i binari, per quanto ritenuto meno probabile, oppure in un estremo gesto volontario da parte della giovane che è stata identificata dai documenti recuperati sul luogo dell’investimento. Nel corso della serata è emerso che si trattava di una vicentina originaria di Arzignano, di cui non vengono rese note generalità nè altri dati sensibili considerati i dubbi legati al presunto impulso suicida. Approfondimenti risultano in corso per comprendere se la giovane donna stesse vivendo una fase di difficoltà personale, e se poteva essere aiutata.
Ciò che è certo è che il personale del Suem 118, giunto sul posto indicato in prossimità del ponte sul fiume Zero, non ha potuto far altro che certificare il decesso sul colpo a causa dei politraumi da impatto. Il corpo è stato affidato ad un’agenzia specializzata solo dopo che la Procura di Treviso ha autorizzato la rimozione della salma, procedendo poi a risalire all’identità della vittima dello scontro con il treno regionale e, infine, al non invidiabile compito di contattarne i familiari. Non è ancora noto se la giovane risiedesse ancora nella vallata del Chiampo, oppure si fosse trasferita lontano dai luoghi d’origine.
Un aspetto importante, quest’ultimo, visto che esistono numerose associazioni e persone qualificate che possono tendere una mano e offrire soluzioni alternative a gesti estremi che amplificano il dolore. Si tratta di molteplici mani virtuali e voci invece reali di ascolto, sostegno e aiuto offerte gratuitamente che possono contribuire a recuperare la voglia di vivere, offrire prospettive e chiavi di lettura prima non considerate, superare gli stati di sofferenza e trovare percorsi che consentano di ritrovare fiducia e rendersi anche utili al prossimo. L’invito per chi dovesse trovarsi in difficoltà o in condizioni psicologiche di instabilità emotiva è di contattare gli operatori del numero unico 199.284.284 di Telefono Amico oppure il servizio regionale per la salute degli imprenditori “Progetto InOltre” al numero 800.334.343 oppure ancora la Fondazione Di Leo (800.168.768).